GP Belgio, l'anteprima: sperando che non sia l'ultima

GP Belgio, l'anteprima: sperando che non sia l'ultima

Pista veloce, impegnativa, affascinante e storica: c'è ogni cosa per ammirare ogni giro. Se per i piloti correre sul tracciato più lungo del calendario è una pacchia, per gli ingegneri è un grattacapo che impone sempre il fatidico compromesso

25.08.2022 ( Aggiornata il 25.08.2022 09:49 )

La vigilia di Spa-Francorchamps, da quale anno a questa parte, è quasi sempre la stessa. Si parla di ripartenza, di seconda parte dell'anno, di vecchi e nuovi propositi per la fine del mondiale. Quest'anno però c'è uno spauracchio, non nuovo ma stavolta più Spa-ventoso: l'edizione 2022 del GP del Belgio nelle Ardenne rischia di essere l'ultima. E, storicamente parlando, sarebbe un dramma.

Perdere Spa-Francorchamps sarebbe un delitto bello e buono alla storia della Formula 1. Chiedetelo ai piloti, cosa ne pensano di un campionato senza Spa. Spoiler: in coro, vi risponderanno che perdere una delle due piste più belle del mondiale secondo loro (l'altra è Suzuka, sempre a detta di chi guida) sarebbe un sacrilegio. Eppure, dobbiamo dircelo chiaramente, questo rischio c'è.

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Serve il compromesso

Per cui godiamocele, in questo fine settimana, le F1 che andranno a tutta su per Eau Rouge. Pista veloce, impegnativa, affascinante e storica: c'è ogni cosa per ammirare ogni giro. Se per i piloti correre su un tracciato del genere (il più lungo del calendario, con i suoi 7004 metri) è una pacchia, per gli ingegneri è un grattacapo che impone sempre il fatidico compromesso: il primo ed il terzo settore sono molto veloci, con le curve più impegnative che si accumulano prevalentemente nel tratto centrale. Da qui, il bisogno di una macchina a bassa resistenza per T1 e T3 ma non troppo “leggera” per non "scivolare" nel T2, con ovvie ripercussioni sulla tenuta delle gomme (che nelle Ardenne saranno C2, C3 e C4).

Quest’anno la pista offrirà anche una sfida vecchio stampo ai piloti, con il ritorno della ghiaia all’esterno di alcune curve. Almeno da questo punto di vista, il vantaggio è doppio: richiesta più impegnativa per chi guida e meno manfrine sui track limite per chi osserva.

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