Re Max II: il ritratto del campione

Re Max II: il ritratto del campione© Getty Images

La tanto vociferata classe del giovanissimo Max ha trovato conferme di anno in anno fino al 2021, la stagione del primo titolo, il quale gli ha dato una consapevolezza diversa ed utile per questo 2022 letteralmente dominato

09.10.2022 ( Aggiornata il 09.10.2022 11:45 )

Otto anni sono abbastanza per lasciare un segno, per far capire chi sei e che cosa sei in grado di fare. Otto anni sono un periodo lunghissimo ma che può anche volare, a seconda di come lo vivi. Probabilmente, nel caso di Max Verstappen, valgono entrambe le cose. Gli basta voltarsi indietro ed i ricordi iniziano ad accavallarsi, a correre veloce quasi quanto lui quando morde l'asfalto.

Da Suzuka a Suzuka

Da Suzuka a Suzuka, otto anni dopo. Dal primo giro a bordo su una F1 in un fine settimana di gara al giorno che lo ha decretato campione del mondo per la seconda volta, sempre la stessa pista. E Suzuka, si sa, è una terra di campioni, una terra che ti sceglie. Un circuito di elezione: Senna, Prost, Schumacher. Pure Piquet, Hill, Hakkinen e Vettel, per aggiungere altri titoli ad una nutritissima schiera di iridati. C'è anche Max, oggi, tra quelli che potranno associare al Sol Levante i dolci ricordi di un mondiale vinto di fronte ad un popolo unico e su una pista altrettanto unica. Indimenticabile per lui Suzuka lo era già, proprio per quei giri nelle libere che lo svelarono al mondo. Era un 17enne brufoloso che dicevano fosse troppo giovane per girare, invece lui andò benone. Per la memoria collettiva però Suzuka 2014 è diventata un qualcosa di maledetto, sinonimo della tragedia di Jules Bianchi, poco più di 48 ore dopo il debutto in un weekend di gara da parte di Max. Avere, oggi, un altro motivo per legare il Giappone ad un ricordo speciale è un sollievo anche per lui, accanto a quei segnali del destino che ti rendono unico anche in questo: ha scoperto la morte in pista nel primo fine settimana in cui toccava a lui salire a bordo.

Vittoria nel posto giusto

Tra le piste che restavano in calendario, da Singapore in poi, non c'era persona in Red Bull che questo mondiale non volesse vincerlo in Giappone, a casa Honda. Troppo bello vincere lì, con tutto il rispetto per Singapore ed Austin. Nella terra che di campioni ne ha eletti tanti altri, il nome di Max Verstappen non poteva mancare. Un altro tassello da predestinato, come predestinato dicevano fosse appena si affacciò sulle scene, portatore di una classe che si è sublimata nel 2021, l'anno della prima incoronazione: nessuno era disposto a pensare che fosse l'ultima.

La seconda è arrivata subito, immediata, di fila all'altra. Diversa, certamente: perché la prima è sempre speciale, la seconda è una conferma di quanto sia stata bella quella precedente. Diversa per modi e per tempi, questa seconda incoronazione: dal mondiale all'ultimo tuffo con Hamilton al dominio di quest'anno con Charles Leclerc, il coetaneo con cui potrebbe spartirsi i mondiali dei prossimi anni. Intanto, 2-0: non è una gara tra loro, ma nelle battaglie future questo parziale potrà avere il suo peso.

Che crescita

Un successo diverso perché diverso è lui, Max: l'anno scorso, nelle ultime battute, mostrò qualche segno di incertezza, di nervosismo, qualche crepa sotto il peso della pressione. Quest'anno, mai. La fiducia del titolo dell'anno scorso, la certezza di avere una macchina sempre più forte con il passare delle gare, una freddezza che forse nessun altro ha in griglia, sono stati tutti fattori che si sono concatenati alla perfezione per fargli vivere una stagione strepitosa, che lui stesso, a soli 25 anni, ha salutato con la saggezza del veterano: "Godiamocela, perché non capitano spesso certe annate". Sintomo di una crescita che è stata costante nel corso delle stagioni, e che ha fatto probabilmente il passo decisivo l'anno scorso, quando raggiungendo il titolo ha forse raggiunto anche una consapevolezza diversa.

E poi Jos, Sophie, Victoria, Kelly. I genitori, la sorella, la fidanzata: il suo mondo lontano dalla pista, sempre presente. Adesso che i titoli sono due, come i nipotini che la sorella gli ha regalato, chissà che non arrivi per loro qualche cuginetto. La voce spietata dei gossip già sussurra della gravidanza di Kelly, voci nate da una storia su Instagram poi cancellata. Chissà, basta attendere qualche mese per scoprire se questo fresco bi-campione del mondo sarà presto anche neo-papà. Otto anni dopo, sarebbe un passo decisivo anche nella vita non solo agonistica di quel ragazzino che otto anni fa a diventare padre, come tutti i 17enni, neanche ci pensava.


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