GP Messico, l'anteprima: aerodinamica e motore, esame sull'altitudine

GP Messico, l'anteprima: aerodinamica e motore, esame sull'altitudine© Getty Images

Il circuito dedicato ai fratelli Rodriguez è unico nel calendario per via dell'altura, dato che si trova a oltre 2200 sul livello del mare: a questa quota l'aria è rarefatta e questo richiede tutta una serie di accorgimenti, sia a livello aerodinamico che motoristico

24.10.2023 ( Aggiornata il 24.10.2023 14:25 )

Circuito Rodriguez: cosa serve per volare in quota

Il circuito dedicato ai fratelli Rodriguez, si sa, è unico nel suo genere. Non tanto per il disegno, quanto per l'altura. Con i suoi 2238 metri di altitudine, è il tracciato che si trova, per distacco, più in alto sui livelli del mare. Per fare un confronto, Spielberg si trova a 700 metri e Interlagos a 760, per cui è chiaro che a Città del Messico il tema della rarefazione dell'aria, peraltro non trascurabile nemmeno in Austria e Brasile, diventi dominante. Come disegno, il circuito messicano è un insieme di lunghi rettilinei e tante curve lente, ad eccezione del complesso di serpentine che va da curva 7 a curva 11, ma la densità dell'aria ha ripercussioni sia sul piano aerodinamico che propulsivo.

Aria meno densa significa una maggior difficoltà a sviluppare carico verticale ed al tempo stesso una resistenza all'avanzamento molto inferiore. Per questo motivo, si va con assetti da altissimo carico, perché il carico si paga in maniera molto minore sul dritto e perché serve il massimo della deportanza possibile nelle curve. Del resto i livelli di deportanza sviluppati, proprio in virtù della rarefazione dell'aria, sono simili a quelli di Monza nonostante si corra con le specifiche ad alta deportanza rispetto alle ali scarichissime che si vedono in Italia. Pure le velocità sul dritto però sono simili, proprio perché il drag è infinitamente minore per l'aria meno densa. Per questo, grande importanza al gruppo sospensivo, che deve "digerire" bene le curve lente garantendo stabilità in frenata ed in accelerazione, e lavorare bene con le gomme per sopperire al basso grip. Soprattutto nel complesso delle curve finali, quelle dello "stadio", l'aspetto meccanico è dominante rispetto all'aerodinamica. L'aiuto per aumentare il grip meccanico arriverà anche dalle gomme, con la Pirelli che per l'edizione 2023 ha scelto di effettuare uno step verso le mescole più tenere: a Città del Messico vedremo dunque in azione le mescole C3, C4 e C5. Dell'asfalto messicano, molto liscio, bisogna dire che andrà incontro ad una notevole evoluzione nel corso del weekend, di cui si dovrà tenere conto.

A livello di motore, invece, la rarefazione dell'aria complica l'intero sistema di raffreddamento (ecco perché è probabile vedere sfoghi nelle carrozzerie), a cominciare dall'endotermico. Con aria più rarefatta il turbo sarà costretto a girare più rapidamente per garantire la stessa potenza, e per riuscirci sarà "aiutato" dall'MGU-H, il quale sarà costretto a sopperire a questa mancanza fornendo più energia del solito al turbo proprio per permettere a quest'ultimo di raggiungere le rotazioni richieste.


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