Zandvoort, il GP dell’Orange Power

Zandvoort, il GP dell’Orange Power

I tifosi olandesi (e non solo loro) in vetrina in F.1: a Zandvoort saranno 70mila al giorno per sostenere Max Verstappen

24.08.2023 ( Aggiornata il 24.08.2023 14:36 )

Sono già nella storia come i soli tifosi ad aver fatto modificare il regolamento della F.1 e già questo sorprende. A causa delle loro esagerazioni, infatti, sono stati vietati i fumogeni, ai Gran Premi, anche se in realtà la regola non è così restrittiva nell’applicazione, perché le colonne di fumo sono ancora tollerate, entro certi limiti, tanto è l’entusiasmo di chi le emette.

Gli olandesi in realtà sono sempre più a incidenza forzata, nel mondiale di F.1, rappresentando la tifoseria più costante e anche spettacolarmente visibile, col mare orange che ormai è una costante fissa, quanto le vittorie del beniamino Max Verstappen. In effetti olandese, anzi, neerlandese, come si dice ora, è il pluricampione del mondo in carica, Max Verstappen, candidato e ormai sicuro vincitore del terzo titolo consecutivo.

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La carica dei tifosi "Orange"

Olandese è anche lo zoccolo duro di tifosi che più d’ogni altro ceppo segue il beniamino orange gara per gara, con epicentro in Europa: erano in 50mila a Zeltweg e saranno ogni giorno 70mila a Zandvoort - ma potrebbero essere il decuplo, se ci fosse posto a casa -, e con tendenza a espandersi in tutti i Gran Premi del Pianeta.

E olandesissimo è il supermegasponsor ufficiale della F.1, ovvero la Heineken, che a inizio giugno ha ufficializzato l’estensione della partnership globale col Circus iridato fino al 2027. Heineken e F.1 a ogni gara creano esibizioni spettacolari dentro e fuori la pista, nelle quali si trova spesso coinvolto Martin Garrix, la superstar olandese DJ e imprenditore.

A questo è bene aggiungere che la partnership dell’olandesissima Shell - l’azionista di maggioranza è la famiglia reale -, con la Scuderia Ferrari è la più longeva e di più grande successo della storia del Motorsport. Orange al top della F.1 in tutti i sensi, quindi. Per risultati sportivi, seguito, investimenti pubblicitari, presenze complessive e immagine. Incredibile. I Paesi Bassi, per patrimonio netto medio sono il quarto paese più ricco del mondo, dopo Stati Uniti, Svizzera e Danimarca. Sul piano commerciale mercantile vantano una tradizione che affonda le radici nei fasti del diciassettesimo secolo, dalla fondazione della Compagnia Olandese delle Indie Orientali, nel 1602, in Asia, alla Compagnia Olandese delle Indie Occidentali, con interessi in Africa, Nord America, Brasile e Caraibi. E adesso, c’è poco da fare, la colonizzazione arancione interessa il circo della F.1, con tutto ciò che ne consegue.

E Verstappen, certo, è motore tutt’altro che immobile e volano della faccenda, la quale ormai sta acquisendo contorni che vanno ben al di là del semplice successo sportivo di un pilota. Col circuito di Zandvoort che dopo un timido approccio biennale ha rinnovato l’accordo per ospitare il GP fino al 2025.

Olanda regina dello sport, non solo in F.1

Parallelamente, gli orange sono sugli scudi anche nel ciclismo, perché Mathieu van der Poel, figlio di Adrie van der Poel e nipote di Raymond Poulidor, si è aggiudicato la scorsa settimana il mondiale su strada disputato a Glasgow, in Scozia, confermando d’essere diventato il più grande atleta di gare ciclistiche incentrate su una giornata. Bingo. In due dei tre sport più popolari a casa loro, gli olandesi schizzano al top. E pure nel calcio non scherzano. La nazionale olandese ha vinto il campionato europeo nel 1988 e ha raggiunto per tre volte la finali del campionato mondiale, (1974 e 1978 e 2010), venendo sconfitta in tutte le occasioni. Inoltre, ha raggiunto la finale della prima edizione della Uefa Nations League (2018-2019), uscendone sconfitta.

Insomma, col GP a Zandevoort si va verso un fine settimana destinato a glorificare e a enfatizzare ancor di più il ruolo dell’Olanda e degli olandesi all’interno del mondiale di F.1, in piena leadership di Verstappen, confermandoli sempre più a fare da baricentro emotivo e coreografico, oltre che quantitativo, all’interno di un campionato e di un ciclo di vittorie sempre più all’insegna dell’Orange Power.

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