Montecarlo 1972, 50 anni dopo: Munari e quell'impresa con la Lancia Fulvia

Montecarlo 1972, 50 anni dopo: Munari e quell'impresa con la Lancia Fulvia

Sono passati 50 anni dall'impresa di Sandro Munari e Mario Mannucci sulle strade innevate di Montecarlo, quando con la Lancia Fulvia HF 1600 la squadra diretta da un giovane Cesare Fiorio riuscì a sbaragliare la concorrenza di Alpine, Porsche e Ford

28.01.2022 ( Aggiornata il 28.01.2022 16:57 )

Il significato del Montecarlo 1972 è profondo, storico al limite del leggendario. Non è assolutamente vero che le vittorie sono tutte uguali, figurarsi quelle ottenute contro ogni pronostico e con una valenza che esula dal semplice traguardo sportivo.

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Una vittoria epica

La mattina del 28 gennaio di 50 anni fa, Sandro Munari e Mario Mannucci scrivevano la storia dei rally, marchiando a fuoco la lunga tradizione del rally di Montecarlo. L'edizione del 1972 è sicuramente quella più struggente tra tante altre pagine di storia, per il semplice motivo che quella volta non fu solo una strepitosa affermazione di Munari e del suo copilota, no; fu un trionfo di popolo, con l'orgoglio italiano a svolazzare insieme a quelle bandiere che, quella mattina, accompagnarono gli ultimi chilometri del Drago verso un traguardo da libro d'epica.

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Lancia sfavorita, ma...

Alla vigilia tutti parlano dell'Alpine, che pare aver già prenotato la vittoria. Tra i francesi ed il successo, si dice, c'è solo la Porsche, della quale si potrebbe dire la stessa cosa, a parti invertite: tra la Porsche ed il successo c'è solo l'Alpine. Perché sì, sulla carta dovrebbe essere un confronto tra francesi e tedeschi, ammesso e non concesso l'inserimento della Ford, competitiva sì ma, forse, non all'altezza delle altre due. E la Lancia? C'è, ma pare defilata: la Fulvia HF 1600 è un progetto ormai già rassegnato alla pensione, in quanto è già partito lo studio della formidabile Stratos, ed è anche un modello più datato rispetto alla Porsche 911S, alle Alpine A110 ed alle Ford Escort 1600. Eppure, un giovane direttore sportivo, Cesare Fiorio, ed un motivatissimo Sandro Munari, meravigliosamente navigato dal già citato Mario Mannucci, hanno un'altra idea di quel rally di Montecarlo.

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Di traverso sotto la neve

Dell'immagine del Davide che batte Golia a volte si finisce per abusare, ma è proprio quella che rende meglio l'idea. All'inizio si sfogano le Porsche, le più veloci fino a quando il meteo decide di dire la sua: verrà giù talmente tanta neve che a tratti, più che a Montecarlo, sembrerà di essere al 1000 Laghi. Ed in questo contesto, c'è un altro segreto in casa Lancia, ovvero le eccezionali gomme Pirelli da neve, a rendere il trionfo tanto italiano che più italiano non si può: macchina italiana, motore italiano, squadra italiana, equipaggio italiano e gomme italiane. Figurarsi che succede, in un'Italia che a certe imprese non riesce a restare indifferente (i rally in quei tempi avevano un eco ben differente rispetto ad adesso), quando Munari esce allo scoperto e guida da maestro a Le Moulinon, alla terza speciale. Mentre le Porsche arrancano, Munari si prende la scena e balza in testa, con le Alpine che non mollano. La bufera di neve vera e propria si scatena alla prova speciale successiva, e lì sì che diventa difficile: Munari ci prova, fa quel che può ma le vetture francesi si prendono il comando, all'apparenza per non mollarlo più. E invece, succede ciò che non ti aspetti: Munari e Mannucci continuano a dar fastidio, le Alpine non possono restare tranquille, la meccanica chiede il conto e finiscono col cambio ko: prima salta l'equipaggio Andersson-Davenport, quindi tocca a Darniche-Mahé. Insomma, nell'ultima notte del 41° Rally di Montecarlo, restano solo Munari, Mannucci, la Fulvia. E sulla strade, cominciano a comparire bandiere tricolori, con il verde al posto del blu.

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Vittoria, oggi come allora

Per Munari è un trionfo che sa di redenzione. Nell'edizione di quattro anni prima aveva perso il fedele navigatore Luciano Lombardini, quattro anni dopo regala all'automobilismo italiano una vittoria di cui andar fieri, non solo dal punto di vista sportivo: con quella vittoria la Lancia salva i conti e di conseguenza alcuni posti di lavoro, mentre la Fulvia si allunga la carriera agonistica. Cinquant'anni dopo, pare incredibile che Sandro Munari vinca di nuovo: è appena tornato a casa dopo due settimane di ospedale, dove era stato ricoverato per una polmonite che sembrava averlo messo in condizioni molto gravi. E invece, oggi come allora, Sandro Munari ha vinto di nuovo, riuscendoci dove sembrava impossibile riuscirci. Proprio come a Montecarlo 1972.


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