WEC, ora basta fiaccare la Ferrari!

WEC, ora basta fiaccare la Ferrari!

L’utilizzo improprio e discutibilissimo del Balance of Performance getta un’ombra sul Mondiale 2023, consegnato alla Toyota

11.09.2023 10:03

Il dualismo tra WEC e F.1

Il 23 ottobre 2009 Jean Todt viene eletto presidente FIA e la prima cosa che fa è dialogare con l’Aco, la potente Automobil Club de L’Ouest di Le Mans, per far rivivere e rinascere il mondiale endurance, con grande, immenso scorno di Bernie e della F.1 tutta. I francesi divengono in seno alla Fia di fatto (e non solo di fatto) i potentissimi gestori del redivivo Wec, oltre che della gara più bella e importante, ovvero la loro 24 Ore di Le Mans. Le cose vanno a gonfie vele: la nuova Lmp1 ibrida, per qualità di Case coinvolte e know-how in ballo, ha più tecnologia di una missione lunare, ma nel giro di pochi anni tutto implode, poiché i budget esplodono. E alla fine sul campo della classe regina restano solo la Toyota e l’arbitro francese, a guardarsi nelle palle degli occhi, preoccupati e scornati.

Bisogna ricominciare da capo, con una nuova categoria, un regolamento da zero e contendenti tutti da invogliare. Così, in pratica, la Toyota assicura d’esserci e dal 2018 al 2022 e si ritrova a monopolizzare la scena, appaltando la vittoria alle sue vetture, che corron da sole: le vecchie ma incontrastate Ts050 Hybrid nei primi tre anni e quindi le nuovissime Hypercar GR010 nel 2021 e nel 2022. In sintesi, la Toyota regge il moccolo e i francesi le assicurano la vittoria, dai, perché nelle corse e nella vita certe volte ci si dà una mano a vicenda, e pedalare.

Nel frattempo la fantomatica Hypercar, ovvero l’idea di nuovo campionato più fallita, disertata, schifata e non fumata nella storia delle corse, improvvisamente e magicamente si traforma in bella, luccicante, magnetica e arrapante: Quando e perché? Dal giorno in cui Antonello Coletta per conto della Ferrari si mette a trattare per verificare le condizioni di un clamoroso ritorno Rosso nell’endurance, a mezzo secolo di distanza dall’ultimo hurrà del Drake & Forghieri. In pratica la Ferrari ci starebbe, ma vuole delle regole e una categoria che gli permettano di farsi tutto da sola, perché mica può accettare di dover acquistare, che so, il telaio scatolato dalla Ligier e l’Ers dalla Williams... Okay, ci si mette d’accordo, il Cavallino annuncia la leggendaria rentreé e da lì in poi c’è la fila per andare in Hypercar, che diventa improvvisamente e non casualmente la categoria più trendy, geniale, ambìta e spettacolare dell’automobilismo del terzo millennio. Con tutte le hybrid car manufactures più glamour coinvolte nella faccenda. Insomma, un affarone.

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I malumori di Toyota dopo il successo di Ferrari a Le Mans

Ma c’è un problema. Se in questo iniziale e iniziatico 2023 la Ferrari debutta e va alla grande, mica si può far incazzare troppo la Toyota, che a Le Mans ha investito e pompato generosa nel quinquennio nero, quando manco la Porsche metteva mezzo marengo in questua. Quindi, proprio l’entusiasmante vittoria della Rossa alla 24 Ore getta, tra i potenti che hanno il telecomando del Wec, più di qualcuno nello sconforto. Non può finire così, bisogna dare prima di subito un contentino ai giapponesi, sennò non finirà bene. Anzi, tocca metterli in condizione di tornare dominanti da dopo Le Mans in poi, sennò questi, col loro stile, son capacissimi di perdere pure il mondiale, di tacere e infine d’andarsene per sempre, insalutati ospiti. Dando il via a una nuova migrazione impoverente, che nel giro di due-tre anni potrebbe depauperare la serie, così come nel ciclo precedente s’estinse la classe Lmp1.

E allora dagli, col famigerato BoP, usato come bilancino politico, tale e quale a un manuele Cencelli che ridistribuisce poltrone, iridi, trofei, ministri e ministeri, dando brio a chi si deve risarcire e imbarcando zavorre e pile scariche a chi si deve sfiancare. Per far sì che complessivamente tutta la baracca continui a stare in piedi, secondo le regole dell’accomodamento e le logiche di potere. No, signori mei, lo Sport non è questo. Così non ci siamo proprio. Non potete usare il regolamento tecnico come fino a pochi anni fa i tedeschi a casa loro si gestivano il DTM, ossia facendo vincere una volta l’uno e una volta l’altro, alla fine provando furbamente e puerilmente ad accontentare tutti.

Attenzione ai giochi politici ed economici

Anche perché il mondiale endurance è guardato e sostenuto mediamente da un pubblico colto, preparato, che conosce la storia e che non ne può più dei giochi politici, economici e valoriali della F.1. Andare a inquinare il campionato, visto come rimedio e oasi pura rispetto ai mali peggiori e più ammorbanti in auge nei Gran Premi, rischia francamente di rovinare davvero tutto. Per questo attente, care autorità sportive, anzi, vi chiamo col vostro vero nome: carissime autorità politico-sportive, perché se continuare ad operare così, brandendo il famigerato BoP come la pinza nauseante con la quale manipolare i vostri opinabilissimi criteri d’opportunità, sappiate che prima o poi - ma io dico prima che poi - il vostro nuovo, prezioso e ambito giocattolo vi si sbriciolerà tra le mani.

E attente ancor di più, poiché, in Ferrari, Elkann e Coletta sono signori, ma non a qualunque costo. Anche loro, come tutti, in certi sistemi non vogliono entrare ma conoscono la via più spiccia per uscirne. Quindi in campana, da qui in poi. Poiché, come disse quel saggio orientale in lingua madre, cumpa’, acca’ nisciuno è fesso.


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