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Max Verstappen
Stavolta è parso più umano anche lui. L'uscita in curva 4 per colpa del vento, la frustrazione nel premere ripetutamente il bottone di un Drs che non funzionava a dovere, una scodata tra le 7 e la 8 con cui stava per perdere la macchina, segni evidenti di un nervosismo crescente in una domenica in cui pareva mettersi male. Pareva, appunto, perché poi si è messa alla grande: Leclerc a piedi, il passaggio ad una strategia su tre soste per sbarazzarsi di Russell, la collaborazione con un Sergio Perez lucido nel riconoscere, al di là della delusione, che mettersi a lottare con Max avrebbe portato più guai che benefici alla squadra. Lui, Verstappen, a fine gara ci ha tenuto subito a precisare che la strategia ha funzionato alla grande: il muretto ha lavorato benissimo ed è giusto riconoscere come siano stati svegli, in casa Red Bull, a reagire agli imprevisti di giornata. Poi il pilota ci ha messo del suo, ovvio, come sempre, anche quando si stava intestardendo a voler passare Russell nonostante i problemi con l'ala mobile: George gli ha restituito un controsorpasso favoloso, ma alla fine ha ceduto alla strategia diversificata tra le due Red Bull. Max stava perdendo la testa in un eccesso di foga subito mitigato dal ritiro di Leclerc e dalla consapevolezza che era inutile, con Charles ko, rischiare di finire fuori; tuttavia ha saputo gestire una serie di inconvenienti che alla fine lo hanno premiato con una vittoria pesantissima in chiave iridata. E' tornato leader del campionato nonostante un ritiro in più, proseguendo la striscia di successi: adesso sono tre di fila, quattro nelle quattro gare stagionali portate a termine. Guai a dormire sonni tranquilli, la Ferrari c'è e forse è addirittura un pelo più veloce della Red Bull: toccherà essere pronto sempre.
Perez: "Con Max sarebbe potuta essere una bella battaglia"
Lewis Hamilton
E voleva addirittura ritirarsi. Troppo preso ad abbattersi per la manovra di Magnussen, troppo preso a pensare a preservare il motore che si è messo a correre talmente senza aspettative che ha tirato fuori la sua miglior gara del 2022. Pazienza se Russell è di nuovo davanti e di nuovo sul podio, è roba con cui non ha potuto farci nulla causa sfortuna iniziale. Ma ha filato di brutto una volta uscito dai box dopo la foratura, per un recupero che è roba preziosa soprattutto per il morale, perché arrivato senza aiuti esterni (safety car o bandiere rosse) ma con un passo di tutto rispetto. Addirittura Toto ha detto che avrebbe voluto vederlo all'opera senza contatto iniziale, spingendosi a dire che forse Lewis avrebbe avuto addirittura qualche chances di vittoria. Utopistico o no, resta una grande rimonta macchiata solo dall'esigenza finale di dover risparmiare benzina, da qui l'impossibilità di tenersi dietro Sainz. Ha ritrovato vigore, ed ora che vede una vittoria in gara un pelo più vicina, c'è il rischio che faccia come lo squalo che sente l'odore del sangue. Lewis c'è.
Sterzi a parte: Chi dice che Lewis è bollito, è bollito lui
Charles Leclerc
Come pilota può dirsi jellato, anche se sa benissimo che nelle corse rompere un motore non è sfortuna. Ma non lo meritava, questo è sicuro: difficile muovergli una critica, un appunto, una virgola in un fine settimana che era stato perfetto. “Charles sta guidando in modo divino”, è stata la benedizione di Mattia Binotto, in parte anche per giustificare come Sainz non riesca a stare al suo passo. In qualifica è un manico raro, in gara stava addirittura gestendo senza strafare, cosa che lo avrebbe portato a vincere in carrozza dopo l'errore di Verstappen. In caso di lotta ravvicinata, dura immaginare come sarebbe andata a finire, ma di sicuro al momento del ko la corsa per lui si era messa in un modo che avrebbe promesso un solo esito. Adesso arriva Monaco, casa sua: c'è un tabù da sfatare e degli interessi da riscuotere.
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