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Formula 1 dopo due gare: quali sono i primi verdetti?

Dopo due Gran Premi, le indicazioni sono così nette, che si possono già dare i primi giudizi. Certamente non assoluti, ma altrettanto certamente, molto indicativi

Formula 1 dopo due gare: quali sono i primi verdetti?
© Getty Images

Giorgio FerroGiorgio Ferro

28 mar 2025 (Aggiornato il 2 apr 2025 alle 10:11)

Sono andati in archivio i primi due atti del Campionato Mondiale di Formula 1 2025. Non è mai intellettualmente onesto avventurarsi in giudizi assoluti e definitivi dopo così poche esibizioni in pista, tanto più che la cavalcata sarà lunghissima come sappiamo bene. Peraltro, va detto che mai come quest’anno abbiamo già avuto indicazioni così nitide da consentirci considerazioni sufficientemente serie. Magari rivedibili nel corso della stagione, ma sicuramente assai credibili.

McLaren: di bene in meglio

Partiamo dai risultati delle gare e, di conseguenza, dalla prima raccolta di punti mondiali che hanno dipinto uno scenario decisamente chiaro e stratificato. I campioni del mondo della McLaren hanno ripreso la stessa andatura tenuta nel finale della scorsa stagione. Anzi, anche qualcosa meglio visto che hanno raccolto una media di 39 punti a round, contro i 30 mediamente immagazzinati negli ultimi 10 Gp del 2024. E non è che abbiano sfruttato la gara Sprint cinese nel migliore dei modi… Insomma, non si può certo dire che abbiano già preso il volo, ma è indubbio che 21 punti di vantaggio nella Classifica Costruttori sui primi inseguitori (e addirittura 42 sui terzi in classifica), dopo soli due Gp, siano una bella suonata di trombe a tutta la compagnia. Se Norris e Piastri si mostreranno più consistenti ed affidabili rispetto al loro recente passato, dimostrando di essere stabilmente diventati piloti con la P maiuscola, allora gli altri saranno fatalmente solo spettatori di quanto le “regole Papaya” metteranno in scena.

Mercedes seconda forza

Inseguitori che sono Mercedes e Red Bull. Il team di Brackley – che ha perso Hamilton ma ha nella line-up il rookie più talentuoso e promettente del Circus – ha messo in pista una vettura più consistente e performante della sorella maggiore. In due circuiti molto diversi tra loro, Russell e Antonelli sono stati stabilmente nei piani alti e, ad oggi, possono ragionevolmente essere considerati l’alternativa più credibile ai piloti McLaren. Perché la macchina quest’anno sembra esserci, Russell è forte e se diamo qualche Gp di ambientamento sereno al giovane Kimi, in Mercedes torneranno nuovamente a togliersi un bel po’ di soddisfazioni.

Red Bull "brucia piloti"

Terza in classifica è al momento la Red Bull che vive, ancora e sempre, sui punti raccolti da Verstappen. Già, perché in Red Bull continua la strategia, più o meno voluta, di sparare una pallottola sola. Max è sicuramente la carta migliore da schierare, ma gioca sempre da solo. Perché, ancora una volta, i prodotti della Red Bull Academy non si rivelano all’altezza. E’ naturale pensare al fallimento della scuola di Milton Keynes che individua e fa crescere pilotini che poi, alla resa dei conti, non rendono quanto sperato. Vero, però è anche corretto domandarsi se si tratti davvero di incapacità di scelta oppure se sia fuori luogo il target di riferimento. In altre parole, quanti piloti potrebbero sopravvivere degnamente al fianco di Max? Standogli vicino, perché pensare di stargli davanti oggi è onestamente utopistico. Soprattutto se questi rookie non hanno nessuna possibilità di allenarsi sulla vettura, come capita oggi. Dura, sarebbe molto dura per chiunque.

Se poi i tecnici progettano una vettura estrema e tendenzialmente instabile – tagliata su misura proprio per Max, che gestisce le bizzarrie come pochi al mondo – ecco che l’impresa di questi ragazzi diventa davvero proibitiva. E questa RB21 sembra essere davvero un toro meccanico imprevedibile… 

Di sicuro, la frenesia nell’appioppare bocciature che vediamo da anni – parliamo esplicitamente di Helmut Marko – fa sì che la lista dei pilotini bruciati sia sempre più lunga. Tagliato anche Lawson dopo soli due Gp e un paio di giorni di test, tocca a Tsunoda giocarsi le proprie chances. E non è detto che per lui sia una grande notizia, anche se sembra… Ecco, forse è proprio questo metodo ad essere fallimentare. Bisogna saper scegliere, ma anche aspettare. 

Ferrari senza scuse

Non abbiamo detto della Ferrari, ma c’è poco da aggiungere a quanto abbiamo visto tutti a Melbourne e Shanghai. Parlano i fatti. E i numeri. E onestamente prevale lo sconforto. 61 punti di distacco dal vertice della Classifica Costruttori dopo soli due Gp. Con due manici del calibro di Hamilton e Leclerc, che sono oggi nono e decimo nella Classifica Piloti. 

La scelta di stravolgere completamente un progetto che si era rivelato decisamente performante nella seconda parte del 2024 – invece di ottimizzarne i dettagli, così come hanno fatto in McLaren – si sta rivelando un errore grossolano. Speriamo di essere smentiti al più presto ma è viva l’impressione che a Maranello il pragmatismo ed il buonsenso abbiano lasciato libero sfogo a presunzione e superficialità. E non vogliamo toccare le competenze. Oggi la SF25 è difficile da guidare e anche da mettere a posto. Manca motricità in uscita dalle curve e la configurazione aerodinamica ha una finestra di utilizzo estremamente stretta, nel senso che basta variare di poco l’assetto per non trovare più carico o sbilanciarlo, a tutto danno della guidabilità. Insomma, è una vettura complicata e non c’è tempo per capirla, visto che gli impegni si susseguono frenetici. E nel frattempo gli altri non aspettano di certo. Tutto piuttosto evidente, purtroppo.

Abbiamo citato prima gli ultimi 10 Gp del 2024 come termine di paragone. Ebbene, dopo la pausa estiva la Rossa era stata mediamente più lenta di 55 millesimi in qualifica rispetto alla miglior McLaren ed aveva raccolto 307 punti mondiali (contro i 300 dei papaya boys). Diciamo che erano pari. In Australia ed in Cina abbiamo visto tutti dov’era la Ferrari. Eccezione fatta per la gara Sprint di Shanghai che, se vogliamo, conferma – oltre all’intelligenza tattica di Lewis – la casualità con cui si trovano oggi le performance con questa vettura. Insomma, è un fatto che la Rossa sia partita molto male e non possano essere certo le squalifiche a fine Gp della Cina a costituire un alibi. Anzi, semmai avvalorano ulteriormente la sensazione che a Maranello prevalgano presunzione e superficialità.

Sì, l’abbiamo scritto all’inizio che è un azzardo esternare oggi giudizi definitivi, ma quello che abbiamo visto finora ci sembra piuttosto chiaro. E forse non era ancora il caso di festeggiare a inizio marzo per le strade di Milano…

 

 

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