Ferraristi per sempre

Ferraristi per sempre

Cosa significa essere ferraristi? La risposta nel nuovo numero di Autosprinti in edicola, leggete qui

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Andrea Cordovani

09.02.2021 ( Aggiornata il 09.02.2021 14:46 )

Non è solo un luogo comune. Ferraristi si è per sempre. Quel passaggio di vita virato nel rosso resta uno sbaffo d’emozione indimenticabile. Rimane appiccicato.

Il marchio della Scuderia ce l’hai tatuato addosso, sulla pelle. Comunque sia andata.

La Ferrari è la Ferrari. Inutile far tanti dribbling dialettici. E la Rossa si ama sempre. Nella buona e nella cattiva sorte, perché come per tutte le squadre del cuore ci sono gli alti e bassi. E questo lo imparono fin dalla nascita anche i tifosi della Ferrari, la squadra del cuore di milioni di persone in giro nel mondo. "Un grande passato non vuol dire per forza un grande presente e un grande futuro. Dobbiamo ricominciare con umiltà". Le parole pronunciate dal presidente John Elkann hanno tenuto banco la scorsa settimana. E ha aggiunto: "Non abbiamo registrato risultati all’altezza della nostra storia dobbiamo ripartire da questa dolorosa realtà sia per noi stessi sia per i nostri tifosi, concentrandoci sulle nostre priorità per tornare competitivi e vincenti".

Ora che per il Cavallino c’è il pane duro della risalita, proprio le parole del numero uno di Maranello hanno dato lo spunto ad Autosprint per andare a fondo dell’argomento. Così abbiamo messo assieme un gran consulto di 12 ferraristipersempre, quelli che per il quale il passato non è mai passato ma diventa un gran terreno per coltivare nuove prospettive. Ne è venuta fuori una mega-inchiesta firmata da Mario Donnini, un viaggio, caldo e appassionato, dentro l’attuale momento della Ferrari visto con gli occhi di chi ha vissuto certe dinamiche all’interno del Cavallino.

Da Andretti, Alesi, Arnoux, Audetto, CapellD’Agostino, Fiorio, Forghieri, Larini, Massa, Mazzola, Merzario: ecco la nostra Nazionale dei Saggi Rossi, un bel ventaglio di opinioni sull’attuale situazione del Cavallino e sulle prospettive future.

Questo è da sempre il periodo dell’attesa, il momento in cui nei reparti corse si lavora sulle nuove monoposto: c’è l’impazienza per la presentazione delle vetture, le illusioni vanno a ruba. Ma questo non è il periodo per cullare sogni mostruosamente proibiti, serve solo fare quadrato attorno alla Scuderia, in attesa di qualche zampata dentro a un copione già scritto e con l’avvertenza che non sarà affatto facile.

C’è da risalire la china e ogni gradino scalato sarà una conquista in attesa che con l’arrivo delle rivoluzione 2022 la situazione possa mutare. Della F.1 del futuro ha parlato nei giorni scorsi anche Stefano Domenicali: "Realisticamente credo che nei prossimi due o tre anni sia molto improbabile l’entrata in scena di nuovi costruttori. Abbiamo già definito la nuova monoposto in termini di regolamento tecnico così come sul fronte motoristico, e in merito a quest’ultimo aspetto stiamo discutendo la possibilità di anticipare di un anno quella che è la scadenza del regolamento in vigore. Stiamo valutando tutte le possibili idee per rendere la Formula Uno più interessante per le Case automobilistiche, e abbiamo focalizzato alcuni punti. Ovviamente, dobbiamo proporre un contesto in grado di attrarre le Case automobilistiche, e non credo che i motori elettrici siano l’unico via per il futuro, soprattutto a medio termine. La scelta ibrida che vogliamo offrire è una piattaforma sulla quale i Costruttori possono presentare il loro prodotto, un contesto nel quale poter investire. Un altro elemento al centro dei nostri confronti è l’aspetto ‘carbonfree’, obiettivo raggiungibile con un carburante ecologico, e tutte le squadre e le case automobilistiche coinvolte oggi in Formula Uno condividono questo obiettivo. Non voglio anticipare troppo, ma credo che molto presto renderemo noto ciò su cui stiamo lavorando adesso, in questi giorni e in queste settimane. Sono ottimista, credo che stiamo operando sui punti giusti, che saranno fondamentali per mantenere vivo l’in- teresse sulla nostra piattaforma, anche dal punto di vista tecnologico".


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