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L'editoriale del direttore: Cose turche e Max torna leader

Tutte le emozioni del weekend da corsa raccontate nel numero in edicola di Autosprint

L'editoriale del direttore: Cose turche e Max torna leader

Andrea CordovaniAndrea Cordovani

12 ott 2021 (Aggiornato il 13 ott 2021 alle 15:49)

Cose davvero turche per il Mondiale di F.1 che torna da Istanbul dopo un Gp di equilibrismi e azzardi. Una domenica bagnata e neanche troppo agitata all’interno del confronto Mercedes- Red Bull, dove stavolta a fare la vo- ce grossa è stato Valtteri Bottas, consistente e determinato a chiudere prima che sia troppo tardi il lungo digiuno dalla vittoria.

In pieno conto alla rovescia, il finlandese che nella prossima stagione approderà all’Alfa-Sauber piazza una prestazione da leone e sbrana tutte le pretese dell’accoppiata Red Bull Verstappen-Perez.

Una gran bella battaglia al termine della quale Max torna leader del Mondiale con sei punti di vantaggio su Hamilton che chiude al quinto posto ed è colui che brilla di meno nel Gp di Turchia. È un Mondiale sempre più col botto quello che si sta dipanando in questa stagione densa di sorprese nel quale emerge la crescita della Ferrari.

La prestazione delle Rosse a Istanbul è stata davvero da incorniciare. Per lunghi tratti Leclerc ha fatto sognare il popo lo rosso al comando della gara. A lungo terzo Charles ha sempre avuto nel mirino la Red Bull di Verstappen e quando si è trattato di scegliere se rientrare ai box a 20 giri dalla fine ed accontentarsi del terzo gradino del podio o rischiare l’azzardo e giocarsi il tutto per tutto, il monegasco ha scelto la seconda opzione.

Così è rimasto in pista con gomme intermedie ormai usurate mentre Bottas, Verstappen e Perez avevano già effettuato il pit per montare Pirelli verdi nuove. La fuga di Charles ha fatto emozionare ma poi è stato risucchiato dai rivali più performanti con le nuove coperture. Leclerc è entrato ai box al giro 47 per poi tornare in pista davanti a Perez ma le intermedie nuove non hanno offerto subito un livello di aderenza ottimale e Charles ha visto così svanire anche il terzo gradino del podio. A fine gara il team principal Mattia Binotto ha spiegato: "La macchina ora ci permette di fare buone rimonte e sorpassi. Ci manca un quarto di bicchiere, ma ci stiamo lavorando. Ci lavoriamo un passo alla volta. Non abbiamo la bacchetta magica, ma stiamo lavorando su ogni aspetto. Usciamo da questa gara soddisfatti, questo è il mio pensiero".

Nello scorso week end si sono conclusi diversi campionati. E non sono mancate neanche le polemiche. Le più roventi arrivano dal DTM dopo un finale nel quale Lawson è stato messo kappaò a un passo dal titolo. Il neozelandese con la Ferrari di AF Corse è stato messo in condizioni di non nuocere, speronato dal rivale Kelvin Van der Linde. Così il titolo è andato all’incredulo Goetz con il patron di AF Corse Amato Ferrari che ha sottolineato: "È un peccato perdere così un campionato che ci sentiamo di aver ampiamente meritato di vincere. Il comportamento di Kelvin Van der Linde è stato assolutamente antisportivo e autolesionista, visto che ha compromesso anche le sue possibilità di vincere il campionato. È stato un comportamento senza senso, che non mi attendevo di vedere in questa categoria che deve essere frequentata solo da professionisti".

A rendere meno amara la pillola per il Cavallino è però arrivata la conquista del GT World Europe da parte della Ferrari che si conferma al top nella classifica piloti Pro del GT World Challenge Endurance Cup, bissando il successo colto lo scorso anno con Alessandro Pier Guidi; ed è ancora grazie al pilota alessandrino, a Nicklas Nielsen e Côme Ledogar che Iron Lynx si è aggiudicata il primo titolo internazionale, ottenuto con il fondamentale supporto tecnico di AF Corse, maestra nel gestire la Ferrari 488 GT3.

Infine uno sguardo anche al Tricolore Rally. Anche qui si parla di titoli e soprattutto di un Giandomenico Basso ancora protagonista. Capace di vincere il quarto scudetto della carriera con una gara d’anticipo e con una determinazione ancora feroce. Passano gli anni ma il vecio di Cavaso del Tomba non molla di un millimetro. Razza Piave, terra di campioni dei rally.

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