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L'editoriale del Direttore: Travolto dal solito destino

Mattia Binotto ammette: "L'affidabilità è motivo di ansia. Ma a inizio stagione non ci siamo esaltati e allo stesso modo oggi non ci abbattiamo"

Andrea CordovaniAndrea Cordovani

13 giu 2022 (Aggiornato il 14 giu 2022 alle 15:56)

"Non possiamo ignorare questi punti persi". Prova a ricacciare indietro tutta la rabbia che ha in corpo, Charles Leclerc. Ma i suoi occhi parlano molto di più di qualsiasi considerazione nel pomeriggio d’inferno di Baku con entrambe le Ferrari kappaò mentre sul podio c’è la festa per un’altra incredibile doppietta Red Bull. Ancora travolto da un solito destino nell’azzurro mare di un Mondiale dove adesso per lui spira aria di tempesta, il monegasco guarda la classifica condizionata da un altro kappaò che ridimensiona sogni e dilata i rimpianti. Una bella fetta di speranza di riscossa se n’è andata letteralmente in fumo. Ora Max Verstappen ha 34 punti di vantaggio sul monegasco e si vede anche le spalle protette da Sergio Perez che è salito al secondo posto nella classifica del mondiale con 129 punti, 13 in più del ferrarista.

La Red Bull se ne va in Canada dopo aver collezionato un’altra doppietta. La RB18 è alla sesta vittoria, la quarta di fila: i numeri dicono che non c’è storia, mentre la pista indica una Rossa che sarebbe competitiva nel confronto diretto. E questa amara considerazione accresce ancora di più la delusione a Maranello e nei tifosi del Cavallino. Pole al sabato e delusione alla domenica. Sono diventati un terribile luna park delle emozioni gli ultimi GP della Ferrari. Senza mai un lieto fine nella favola che sin dalla prima gara sta provando a scrivere Leclerc. A Barcellona la sua fuga per la vittoria si era interrotta per un problema elettrico sul moto-generatore MGU-H, che essendo montato sullo stesso asse del turbo, aveva danneggiato anche quest’ultimo. Stavolta è messo kappaò da un evidente cedimento dell’ICE. Che poi sarebbe l’Internal Combustion Engine, ovvero il sei cilindri termico.

È stata la domenica più difficile di questa prima parte di Mondiale per la Ferrari nel vortice di un pieno allarme affidabilità. Un pomeriggio nero nel momento in cui era stato compiuto l’ennesimo sforzo di provare ad andarsela a giocare senza paura. E invece è arrivato uno zero in classifica con le Rosse rimaste ammutolite. Riflette Mattia Binotto: "Devo ammettere che l’affidabilità è una preoccupazione. A inizio stagione non ci eravamo esaltati così come oggi non ci abbattiamo. Sappiamo che c’è molto lavoro da fare. L’incremento di prestazioni sulla power unit rispetto allo scorso anno è stato enorme ed evidentemente lo stiamo pagando con una affidabilità non al 100%".

Il GP del Canada del prossimo week end diventa subito prova della verità. Sullo sfondo rimane l’amaro in bocca per un’altra gioia rimasta in gola. Ora però non è il momento di cadere nel vizio italico più grande: nessuno come noi è capace di venerare qualcosa quanto demolirla. E tra i due estremi ci muoviamo con sorprendente capacità. Elevare al massimo una situazione innamorarsene appassionatamente e poi gustarsi il piacere della caduta, il tonfo fragoroso. Bisogna evitare tutto questo. Guardare avanti.

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