L'editoriale del Direttore: Quelli della grande epopea

L'editoriale del Direttore: Quelli della grande epopea

Gli ottanti di Daniele Audetto consentono di rifugiarsi nei grandi ricordi, le radici di passioni condivise lungo tutto lo Stivale. Un passato che non è mai passato, capace ancora di emozionare

Andrea Cordovani

08.05.2023 08:49

BORDIGHERA - "Io ero amico di tuo figlio". Scherza, l’avvocato Montezemolo, mentre stinge le mani e scorge facce che non vedeva più da tanti anni. Sembra di essere sul set di un film di inizio Anni Settanta. Un kolossal sulle grandi corse dimenticate, quelle che scaldavano il cuore e facevano appassionare la gente assiepata ai bordi delle strade. Ha gli occhi lucidi, Daniele Audetto, che nel giorno del suo ottantesimo compleanno è stato festeggiato a sorpresa e con tutti gli onori in mezzo alla sua famiglia, alla sua gente, agli amici. La bellissima réunion a La Reserve a capo Ampelio, davanti al mare di Bordighera, lì dove è iniziato, racconta soprattutto la grande epopea corsaiola in salsa tricolore. Storie di Grandi Vittorie capaci di catturare adepti ovunque con le corse che diventano sempre più popolate da appassionati lungo le strade. Un’epoca definitivamente tramontata.

UN MERAVIGLIOSO PRETESTO

Gli 80 anni di Daniele Audetto sono un meraviglioso pretesto per raccontare una lunga epopea assolutamente irripetibile del nostro automobilismo. L’Avvocato Montezemolo racconta: "L’amicizia con Audetto è nata nell’abitacolo di una Fulvia HF. Io arrivavo da precedenti esperienze nei rally con la Fiat insieme all’amico fraterno Cristiano Rattazzi, ma entrare in squadra Lancia e avere un coequipier come Daniele è stato un evento che ha segnato la mia vita per il tipo di esperienza e le conoscenze che ebbi. Il divertimento durante le ricognizioni quando scoprivamo paesini, persone e ragazze. Ricordo i tanti rally corsi insieme: Sanremo, Elba, 999 Minuti e Medio Adriatico, un susseguirsi di emozioni dove abbiamo anche sfiorato risultati clamorosi". Già, in ballo c’è la mancata vittoria all’isola d’Elba nel 1971. "Lì io e Daniele siamo andati vicino alla vittoria. Molto vicino", rammenta Montezemolo. Una corsa tutta all’attacco con la Fulvia su strade piene di fango. Ma sogni che si infrangono sulla speciale della Segagnana incocciando una pietra in traiettoria. La rottura del braccetto dello sterzo stoppa la corsa sulle strade di un’isola che sembra fatta apposta per i rally.

Spettacolare un aneddoto della vigilia che vede Montezemolo neo dottore in legge con l’aspirazione di diventare avvocato penalista andare in visita agli ergastolani nel Carcere di Porto Azzurro per motivi di studio. "Noi sentiamo solo i rumori delle vostre macchine. Deve essere divertente correre all’Elba su e giù, liberi di andare contromano a velocità proibite facendo un rumore del diavolo", è il racconto dei carcerati all’avvocato. Ha ricordato ancora Montezemolo: "Nella lettura delle note da parte di Audetto, c’era già la grinta che poi avrebbe messo quando, lasciata tuta e casco, ha affrontato con responsabilità la sua carriera da direttore sportivo fino a meritarsi la fiducia di una persona esigente come Enzo Ferrari. Non potei non pensare a Daniele quando nel 1977, in Fiat decidemmo che con la 131 si doveva affrontare la difficile avventura del campionato del mondo rally, mi ricambiò la fiducia consegnandoci tre titoli mondiali".

E poi ci sono anche straordinari rimandi all’esperienza alla Ferrari con il Drake al comando. Le stagioni di Niki Lauda a Maranello, i mondiali vinti e persi. Il fuoco del Ring, le urla del Commendatore che un giorno Daniele fece incazzare, che quasi gli scaraventa addosso la scrivania, perché insisteva troppo per prendere Ronnie Peterson. Niki era più morto che vivo e al Nurburgring aveva ricevuto l’estrema unzione. L’austriaco a 40 giorni da quel terribile rogo si ripresentò in pista a Fiorano per dimostrare a Ferrari che poteva correre. Gli ottanti di Daniele Audetto consentono di rifugiarsi nei grandi ricordi, le radici di passioni condivise lungo tutto lo Stivale. Un passato che non è mai passato, capace ancora di emozionare.


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