L'editoriale del Direttore: Ferragosto by Enzo Ferrari

L'editoriale del Direttore: Ferragosto by Enzo Ferrari©  Ferrari

"Per me le più belle ferie sono quelle che trascorro in officina" sosteneva il Drake, scomparso nella vigilia di Ferragosto di 35 anni fa

Andrea Cordovani

14.08.2023 09:00

Ferragosto in fabbrica era la gioia terribile di Enzo Ferrari. A 35 anni esatti dalla sua scomparsa, dentro la canicola di un’estate italiana, è ancora dolcissimo farsi cullare dall’onda dei ricordi. In questo motorsport che spegne tutte le insegne e si gode le ferie nel mare di un’inesorabile calma piatta spuntano fuori le memorie dei giorni in cui tra Maranello e Fiorano il Drake imperversava incurante del caldo, dell’afa, della voglia di staccare, almeno per qualche giorno la spina.

Enzo Ferrari e le ferie in officina

Raccontava Franco Gozzi, il delfino del Commendatore. “Alla Ferrari - narrava in una celebre puntata della rubrica Tunnel su Autosprint - la parola ferie era un orrendo tabù Enzo Ferrari diceva che non aveva mai fatto un vero viaggio turistico. “Non sono mai andato una volta in vita mia in vacanza; per me le più belle ferie sono quelle che trascorro in officina quando sono rimasti pochi collaboratori, è il momento in cui ci si può concentrare sui progetti, studi e modifiche che poi fanno godere della sorpresa di coloro che rientrano. Il figlio del Commendatore Piero e io facevamo parte di quei pochi collaboratori che nella mentalità di Ferrari dovevano sempre rimanere a lavorare e quindi eravamo costretti a tentare strategie diverse. Si cominciava da lontano, con un sottile gioco di mosse e contromosse: noi a tavola dicevamo che faceva caldo e Ferrari rispondeva che si stava bene, noi mettevamo magliette leggere e lui in giacca e cravatta ci domandava se eravamo andati a fare ginnastica, noi avviavamo discorsi di mare, monti, viaggi, soggiorni e lui faceva finta di niente”.

Poi però per qualche giorno si riuscivano a dribblare le maglie del marcamento ad uomo del Drake. Al loro ritorno Ferrari che dava del tu ai propri collaboratori più stretti, quando tornavano dai pochi giorni di ferie goduti, erano accolti con un più formale “lei”!

Il Drake e l'addio a Ferragosto

Storie da un mondo che non esiste più, ma uno straordinario esempio di attaccamento al lavoro di uno dei più grandi personaggi del Novecento. Era ferragosto del 1988, un lunedì, quando si celebrò il funerale dell’uomo che dal niente aveva creato il mito. Una cerimonia per pochi intimi nel cimitero di San Cataldo a Modena. È una dmenica del tutto tranquilla. Non c’erano corse in giro per il mondo. A Maranello ci si preparava per la grande festa annuale in occasione dell’Assunzione.

Nell’edizione straordinaria di Autosprint il direttore Carlo Cavicchi scriveva: “Enzo Ferrari ci ha lasciato di mattina presto. È successo di ferragosto quando tutti sono in vacanza e all’indomani non escono neanche i giornali. Ci ha lasciati di mattina presto, domenica scorsa, quando ancora tre quarti del Paese aspettava di godersi la festa. Se n’è andato al camposanto al mattino di buon’ora, questa volta di lunedì, proprio il giorno di vacanza per eccellenza”. Trentacinque anni fa se ne andava così Enzo Ferrari, un uomo, un mito senza eguali.


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