Sul numero di Autosprint, ricca anteprima del GP del Qatar, ma soprattutto il punto sulla situazione di Massa e del crashgate di Singapore con un'intervista in esclusiva al pilota brasiliano
Sono giorni decisivi per Felipe Massa. Giovedì 12 ottobre è attesa la risposta da parte di F1 e Fia alla lettera di precontenzioso che è stata inviata nelle settimane scorse dal pilota brasiliano che chiede la riapertura di uno dei casi più scottanti mai visti nel Circus. «Tutti i tifosi della Ferrari sognano il 16esimo titolo Piloti per un conduttore di Maranello, ma la verità è che quel titolo lo hanno già, lo abbiamo già vinto nel 2008. È già nostro basta farselo ridare. E noi, lo assicuro, andremo avanti fino alla fine».
Lo racconta l’ex ferrarista ad Autosprint in un’intervista concessa in esclusiva al nostro Mario Donnini. Felipe, chiede sostegno, chiama a raccolta il popolo rosso e la Ferrari, va avanti spinto - lo ribadisce con forza - unicamente dal senso di giustizia, anche se c’è chi frettolosamente sostiene che sta combattendo una vera e propria battaglia contro i mulini a vento, senza alcuna possibilità di successo.
Sono dichiarazioni clamorose quelle del pilota brasiliano che spiega fondamento, scopi e direzioni della sua sempre più possibile azione legale in seguito al mancato annullamento di Singapore 2008 per effetto del quale il Mondiale è finito per un punto a favore di Lewis Hamilton e non a Massa. Il crashgate del 2008, la gigantesca frode sportiva acclarata, le ammissioni e le sentenze per quel GP manomesso con destrezza dalla Renault, la regia di Flavio Briatore che manda scientemente a muro Nelson Piquet jr, è tutta materia che torna a essere incandescente. Senza quel piano diabolico, senza quella assurda manovra, l’esito del Mondiale di 15 anni fa, sarebbe stato diverso.
E siccome non si tratta di supposizioni ma di fatti acclarati occorre per forza fare chiarezza adesso dopo troppe ombre che hanno nascosto questa frode sportiva traghettandola nel porto nelle nebbie.
Secondo Bernardo Viana, uno dei legali del pool di avvocati a cui l’ex ferrarista ha affidato un caso che scotta ogni giorno di più, F.1 e Fia hanno promesso una risposta alla missiva. Si entra ora nella fase più delicata di questa vicenda. È ovvio che la replica sarà dirimente per evitare o meno la conclusione in tribunale. «Come ha ammesso lo stesso Bernie Ecclestone - sottolinea Viana - i risultati del Gp di Singapore 2008 dovrebbero essere annullati interamente».
Le dichiarazioni di Mister E nel marzo scorso hanno fatto da detonatore per una vicenda accantonata con troppa fretta e troppa voglia di non creare scandalo per il Circus. Del materiale raccolto da portare poi in Tribunale, racconta Massa è stato anche trovato nel documentario su Mosley una registrazione in cui si dice che anche Charlie Whiting sapeva perché Piquet gli aveva raccontato tutto prima della gara finale a Interlagos. «Non cerco soldi voglio solo il titolo», continua a ripetere Felipe quasi fosse un disco rotto. E c’è un altro disco rotto che si ascolta dopo che si è tornati a fare luce sul crashgate.
Ovvero in molti accostano Singapore 2008 ad Abu Dhabi 2021. Si dice da più parti: non è stato anche quello un Mondiale rubato stavolta ad Hamilton? La risposta è agevole. Nelle decisioni dell’allora direttore Michael Masi sono stati ravvisati sbagli, tali da configurare errore arbitrale, non certo frode sportiva. La frode sportiva fa saltare tutto, anche a distanza, l’errore arbitrale te lo tieni e fine. È arrivato il momento di fare chiarezza attorno a tutta questa vicenda. Se lo meritano gli appassionati e soprattutto Felipe Massa, uno al quale Autosprint ha deciso di stare al fianco in questa missione (quasi) impossibile.
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