L'editoriale del direttore: Rossa appassita

L'editoriale del direttore: Rossa appassita

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Andrea Cordovani

15.07.2024 10:18

Dentro un’altra estate rovente la Ferrari vive giorni difficili. Gli ultimi quattro round del Mondiale di F.1 hanno immortalato l’immagine di una Rossa appassita, rimasta intrappolata dentro aggiornamenti che non stanno funzionando e senza più il Direttore Tecnico dell’area Telaio ed Aerodinamica Enrico Cardile che all’indomani del GP di Silverstone ha rassegnato le proprie dimissioni per andarsi ad accasare (dopo il periodo di gardening) alla Aston Martin. La spia delle tensioni interne torna a riaccendersi nella Scuderia. Un’estate tesa, dopo sviluppi sbagliati e un calo delle performance e delle prestazioni con il ritorno delle turbolenze all’interno della gestione sportiva, dopo un brevissimo periodo di apparente serenità sotto la gestione di Fred Vasseur. Tra il team principal francese e l’ingegnere aretino i rapporti hanno iniziato a farsi sempre più agitati. Inevitabile è arrivata la rottura, il punto di non ritorno. Si vocifera che Cardile fosse già stato messo ai margini, vista la sua trattativa con Aston Martin. L’unica cosa certa è che ora il vertice tecnico si trova disorientato con Vasseur colto di sorpresa da quella firma sul foglio delle dimissioni.

Mentre si accende la corsa al Mondiale Costruttori e lo sguardo è già rivolto sulle monoposto del 2025, la Ferrari si ritrova senza la sua guida tecnica, con un secondo posto dietro alla Red Bull che inizia a vacillare per la parabola ascendente di McLaren e Mercedes, travolta da un senso di smarrimento che dall’esterno pare palpabile. Non era così che il popolo rosso aveva immaginato di trascorrere questi giorni all’indomani della vittoria di Charles Leclerc nella sua Monte Carlo. Dopo i suoi tuffi e quelli del suo team principal nel mare del Principato, in molti attendevano un mare di soddisfazioni e una Rossa pronta a lottare su ogni pista per le posizioni di vertice. E invece siamo qui a raccontare una storia diversa dove è il caos a prendersi gran parte della scena, mentre i rivali se la giocano ovunque contro una Red Bull che non è più la corazzata che tutto il mondo a conosciuto. Alla vigilia della sfida di Budapest e del successivo round di Spa, prima della pausa estiva, la Ferrari è chiamata a invertire la rotta. Tra Ungheria e Belgio, su piste che hanno una conformazione completamente diversa, la Rossa cerca risposte alle tante domande che anche i tecnici si pongono all’interno di una squadra in continua metamorfosi. Nel caos è molto più difficile trovare il bandolo della matassa ed è quello che sta succedendo a Maranello in un momento delicato in cui si pensa al presente ma si pianifica anche un pezzo importante di  futuro. Il vertice tecnico di Maranello si trova disorientato in attesa di un nuovo responsabile che non sarà Loic Serra, l’ingegnere in arrivo dalla Mercedes. Chi si assumerà la paternità della monoposto da consegnare a Hamilton? Chi disegnerà la vettura 2026 quando avverrà la svolta regolamentare? Sono quesiti che ora rimangono sospesi mentre, si attende una risposta in pista da queste Rosse improvvisamente sbiadite quando sembrava che dovessero essere rigogliose.

San Paolo non fa la grazia

C’era molta attesa per l’appuntamento del Mondiale Endurance in Brasile da parte del popolo ferrarista. Un’attesa che si è spenta, però, fin quasi dalle prime battute quando è parso evidente che la 499P non sarebbe stata in grado di giocarsela con le rivali. A imporsi è stata la Toyota dominando la sfida sulla pista di Interlagos davanti a una Porsche che resta leader in campionato. È un successo che ha il sapore del riscatto per la Casa giapponese all’interno di una 6 Ore di San Paolo dominata dall’inizio alla fine e preceduta per l’ennesima volta dalle lamentele per un balance of performance negativo, in questa occasione le GR010 Hybrid si sono piazzate al centro della scena e sono state superiori a tutti gli altri.

Per il Cavallino è una trasferta amara. Dopo il trionfo di Le Mans, la Ferrari ha patito la stessa sorte dell’anno scorso a Monza, vedendosi cambiare le carte in tavola e ritrovandosi a sudare le proverbiali sette camicie per arpionare un piazzamento in Top-5 e con una vettura doppiata. Le 499P non sono mai state in grado di combattere per il vertice se si esclude la prima ora di gara o in altre sporadiche occasioni. Le vetture di Maranello hanno, viceversa, dovuto lottare contro avversari che a tratti erano chiaramente più veloci, alcune di questi anche insospettabili come Alpine e Peugeot. Sembra quasi che ci sia una maledizione contro la Rossa lontano dal circuito della Sarthe, visto che non è ancora arrivata una vittoria, considerato che il Bop ha messo ancora una volta in condizione di non nuocere gli equipaggi della regina.

Dopo il round in Brasile nella corsa al titolo Costruttori la Porsche comanda con 126 punti e sopravanza di quattro lunghezze una Toyota tornata prepotentemente in lotta per il titolo e che adesso ha superato la Ferrari terza in graduatoria a 109 punti.

Con 117 punti in classifica Lotterer-Estre-Vanthoor sulla Porsche tornano ad allungare nel Mondiale Piloti con Fuoco-Molina-Nielsen a quota 98. Quando mancano tre appuntamenti alla conclusione del Mondiale Endurance tutto è ancora in gioco ma è certo che la Rossa spera di essere messa in condizione di poter giocare…


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