L'editoriale del Direttore: Vai Kimi, bentornato Carlo

Andrea Cordovani

04.02.2025 10:43

Kimi ama mi segua. Lo strilliamo sulla copertina di questo numero di Autosprint. Non è assolutamente un grido di battaglia ma è l’inizio di una favola ancora tutta da scrivere per Andrea Antonelli che l’Italia del motorsport ha visto crescere davanti ai propri occhi e che adesso si prepara a debuttare nel dorato mondo della F1 al volante di una Mercedes. È un invito a seguire i primi passi del 18enne bolognese senza mettergli troppa pressione addosso, lasciandogli tutto il tempo per crescere e anche per sbagliare perché solo con gli errori si matura e ci si fortifica. In questo mondo che mette chiunque in croce con la perversa logica social, capace di tranciare giudizi e sentenze verso gli altri senza mai guardare se stessi, senza mai usare silenzio e intelligenza, si sta perdendo il vizio di innamorarsi delle storie più belle, avvampati da invidia e narcisismo, malattia contagiose in questa epoca dove tanti si ergono a tribuni assetati di like.

Kimi ama mi segua

Una carezza e tanto orgoglio italiano per Antonelli pronto a gettarsi nella piscina invasa dai piranha della F1 sulla monoposto lasciata libera da Lewis Hamilton. Roba da far tremare i polsi anche a un navigato driver del Circus, figuriamoci per un debuttante pronto ad affrontare un’inevitabile percorso di crescita alla ricerca di una maturità ancora tutta da assemblare. Avrà bisogno di sostegno il ragazzino da piede destro maledettamente pesante. Dovrà avere la mente libera e la testa concentrata verso un unico obiettivo: dimostrare a chi ha deciso di dargli un sedile così importante a un esordiente è stata una scelta azzeccata. Ai microfoni di Sky UK, parlando di Antonelli, il team principal Toto Wolff che ha puntato sul diciottenne bolognese senza troppe titubanze sottolinea: "Andrea è integrato nel team da tanti anni. Lo conosciamo da quando aveva 11 anni ed è stato ben preparato. È pronto per esordire e, onestamente, non vedo l’ora. Credo che i grandi piloti abbiano, in un certo senso, lo stesso schema. Un sacco di talento grezzo e di velocità che è stato alimentato dai genitori e poi dagli allenatori che ha avuto intorno. Intelligenza, empatia, capacità di pilotare, di combattere chi è importante e di essere un leone in macchina, ma forse non così tanto fuori dalla macchina".

"È un pilota fantastico – commenta in un’intervista presente sul sito ufficiale della Mercedes il suo compagno di squadra George Russellnon ha ancora l’esperienza necessaria, ma sono sicuro che si preparerà molto rapidamente. Si è già integrato benissimo. Entrambi abbiamo corso fin da piccoli e sappiamo cosa bisogna trasmettere alla squadra. È giovane, ma la sua opinione sarà altrettanto valida".

Con il debutto di Antonelli salirà a quota 85 il numero degli italiani che almeno una volta in carriera hanno disputato un Gran Premio di Formula Uno. Dal 1950 al 2011, a esclusione del 1969, i Nostri sono stati una presenza costante nel campionato del mondo di F1. Ma poi sono completamente spariti dalla griglia di partenza del Circus. L’ultimo in ordine di tempo a correre in F1 è stato Antonio Giovinazzi che ha disputato un totale di 62 Gp (correndo nelle stagioni 2017, 2019, 2020 e 2021) portando a casa un totale di 21 punti. Ora il testimone passa nelle mani di Kimi che debutta in un top team e avrà da subito puntati addosso tutti i riflettori. Se l’Italia da corsa ha trovato il suo Jannick Sinner del volante lo scopriremo solo correndo. Kimi ha tutto il futuro davanti. Diamogli tempo. Senza pressioni, senza assilli. Senza inutili parole. Con la speranza che sia un’altra favola.

CAVICCHI, RITORNO ALLE ORIGINI

Da questo numero Carlo Cavicchi torna a scrivere su Autosprint. Sono passati quasi venticinque anni dall’ultima volta che la firma dell’ex direttore è comparsa sul settimanale da corsa. Gli diamo con grande emozione il benvenuto sulle pagine che ha “imbrattato” per trent’anni con la felicità del bambino che scarta il regalo di compleanno. Grazie. E ogni altra considerazione sarebbe superflua dinanzi alla grandezza del personaggio in questione. In una nuova rubrica intitolata Pastelli di c’era, Cavicchi racconta Autosprint dell’epoca d’oro delle auto, del motorsport e della carta stampata, quando il nostro settimanale, ribattezzato la bibbia delle corse, rappresentava un vero libro delle fiabe per intere generazioni di lettori.

Oggi un appassionato vive con i suoi occhi spesso e volentieri in diretta tv o sul computer qualsiasi gara, con una pioggia torrenziale di informazioni che viaggiano sulla rete a portata di telefonino. Un tifoso può seguire tutto in tempo reale, viaggiare è alla portata di molti. Se per qualsiasi motivo non si può seguire una telecronaca la si recupera con lo streaming, o si vedono gli highlights. Negli anni ruggenti di Autosprint e più in generale del giornalismo sportivo, i cronisti erano letteralmente gli occhi e le orecchie dei loro lettori. Poche decine di migliaia di spettatori seguivano le gare sul campo, tutti gli altri se le facevano raccontare dai cronisti di Autosprint. Da questa settimana, l’ex direttore di AS, ci riporta in quel mondo e in quelle atmosfere alla riscoperta di un mondo che non c’è più e che un po’ tutti noi figli di epoche lontane da questo presente guardiamo con tanta nostalgia. Ci farà rivivere gli anni ruggenti del settimanale quando al comando del giornale c’era il leggendario Marcello Sabbatini, un uomo un mito al timone del settimanale e che fece salire a bordo dell’astronave Cavicchi nel 1970. Ci riporterà indietro nel tempo nelle atmosfere magiche all’interno della storica redazione in via del Lavoro numero 7 a San Lazzaro di Savena, una grande scuola di giornalismo per tutti quanti noi. Torneremo ad assaporare tante storie note e moltissime altre inedite raccontate da chi c’era veramente, ci riapproprieremo di quel giornalismo da pionieri che adesso sembra solo trapassato remoto. Bentornato a casa Carlo. Ci sei mancato!


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