Ferrari spaventosa. Si può leggere nella doppia accezione del termine. Da una parte c’è la Rossa che nel WEC ha il passo del rullo compressore e che a Spa ha conquistato la terza vittoria di fila con tanto di doppietta. Dall’altra c’è il Cavallino che nel Mondiale di F.1 delude il suo popolo e dopo un inizio di stagione deficitario vive un momento di caos proprio alla vigilia del GP di Imola sulla pista che porta il nome di Enzo e Dino Ferrari.
I due volti di Maranello, l’Alfa e l’Omega di un 2025 che inizia a presentare il conto e mette a confronto due realtà figlie dello stesso mito. Dall’esaltazione allo sconforto, dal trionfo allo sconcerto, dall’orgoglio alla rassegnazione. Due facce di una stessa medaglia dentro a un momento che, per forza di cose, non può non essere messo a confronto. Certo parliamo di mondi diversi, ma la situazione costringe alla riflessione, ci sbatte in faccia evidenze che non si possono ignorare.
Un altro lampo di rosso accecante nel Mondiale Endurance. Un’altra impresa da applausi per la Ferrari che infila una strepitosa doppietta a Spa. È la terza vittoria consecutiva per la 499P autentica dominatrice della prima parte del WEC. Tre round e tre successi sonanti per il Cavallino. Sembra quasi di rivivere la mitica stagione 1972 quando la Ferrari aveva ottenuto tre vittorie nei primi round del Campionato del Mondo con le 312 PB che avevano firmato altrettante doppiette: alla 1000 Chilometri di Buenos Aires (con Peterson-Schenken davanti a Regazzoni-Redman), alla 6 Ore di Daytona e alla 12 Ore di Sebring, in entrambi i casi con Andretti-Ickx davanti a Schenken-Peterson.
Nella medesima annata Ferrari ottenne dieci vittorie sulle 11 prove inserite nel calendario iridato, inclusa la doppietta alla 1000 Chilometri di Spa con Redman-Merzario primi, davanti a Ickx-Regazzoni. E il Cavallino in versione endurance fa rievocare certe storie del passato, attinge direttamente al Dna del mito, attizza l’orgoglio tricolore. La strada per arrivare fino a questo punto è stata lunga, non priva di insidie ma anche costellata dai due trionfi alla 24 Ore di Le Mans, la sfida che nell’endurance vale tutta una stagione. Questa è una storia iniziata nel 2023 e racconta di una parabola ascendente di una squadra che è cresciuta anno dopo anno senza tanti proclami nel segno della stabilità e della coesione.
Non tutto è filato liscio dal giorno del debutto della Hypercar, ma dagli errori si è ripartiti con spirito ancor più combattivo per riportare passo dopo passo la Ferrari sul tetto del mondo dell’endurance. Ovvio che la strada da percorrere è ancora lunga e disseminata di insidie ma è abbastanza evidente che tutto fino a questo momento sta girando nel verso giusto. L’obiettivo è ancora distante e nessuno fa sogni mostruosamente proibiti. Ma questo inizio di stagione autorizza quantomeno al sorriso.
È un raggio di sole per Maranello alle prese con un inizio di stagione in Formula Uno davvero complicato. Una salita verticale per una squadra che adesso inizia a fare i conti con una realtà durissima dopo fiumi di parole. Mentre il Mondiale di F1 arriva in Europa e piazza le tende a Imola, ormai anche i più inguaribili ottimismi hanno perso la speranza di vedere una Ferrari d’assalto. Il rischio non è tanto quello di conquistare qualcosa di importante ma di perdere completamente la faccia dopo un inverno speso a raccontare una storia del tutto diversa.
Dopo i primi round del Mondiale 2025 il bilancio parla chiaro. Un solo podio, una vittoria nella gara sprint e anche una doppia squalifica rimediata in Cina, tante promesse non mantenute e la solita litania del potenziale che c’è ma non si vede. Parole, parole, solo parole. I fatti per ora stanno a zero (idem per le vittorie) e iniziano a pesare sulla gestione di una squadra sull’orlo di una crisi di nervi. I prossimi GP diventano un crocevia fondamentale, lo snodo cruciale dal quale dipende il futuro del Cavallino. La SF-25 è nata male e finora è stata sviluppata anche peggio: servirebbe un intervento radicale sulla sospensione posteriore, impossibile da attuare in tempi brevi, mentre bussa alle porte il progetto per il 2026.
Lo spettro di una stagione senza vittorie inizia a farsi sempre più grande di fronte a una concorrenza fino a questo momento imprendibile. E ora c’è Imola. La pista di casa. Dove il calore dei tifosi, oltre ogni prestazione, è ancora avvolgente. Servirà una Ferrari d’assalto per ridare un po’ di adrenalina a un popolo che non ha più alcuna intenzione di essere illuso e che ormai sa riconoscere anche le “supercazzole” pronunciate in inglese.
La prima volta di Kimi Antonelli in F1 a Imola è evento che scalda il cuore. Una scarica di adrenalina anche per lui. E lo racconta in un’intervista esclusiva concessa al nostro giornale. «Affronto la corsa di casa con tanta carica, ci sarà un’atmosfera elettrizzante, resa speciale dai tifosi. Sarà molto bello, ma sarà altrettanto tosto. A livello mentale sarà un turbine di emozioni da tenere sotto controllo. Imola è una pista che conosco bene e che mi sta a cuore. Non vedo l’ora di correre e dare il massimo. Ho fatto parecchi giri sul circuito del Santerno, conosco i suoi segreti, ma con la F1 sarà diverso, pur avendo fatto alcuni test. Sulla carta, sembrerebbe più semplice rispetto a Miami, dove non avevo mai corso, ma mi ci sono trovato benissimo. Ad ogni modo, Imola è un tracciato che conosco bene e che mi piace molto. Ma questo non fornisce garanzie».
Già, Imola e la F1. La speranza è quella che possa rimanere ancora nel Circus. C’è gran coesione e un progetto condiviso perché quella di quest’anno sia un’edizione sulla quale costruire un bel pezzo di futuro.
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