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L'editoriale del direttore: Estate rossa rovente

Ferrari delude in F1, la dirigenza riflette sul futuro del team principal. I risultati dei prossimi Gran Premi saranno decisivi per capire chi gestirà la Rossa nel 2026
L'editoriale del direttore: Estate rossa rovente
© Getty Images

Andrea CordovaniAndrea Cordovani

24 giu 2025

Giorni di fuoco a Maranello. E con solo per l’asfissiante calura estiva. I risultati deludenti della Ferrari in F1 hanno finito col mettere sul banco degli imputati Fred Vasseur. Inevitabilmente. Il contratto che lega il team principal francese al Cavallino è in scadenza alla fine dell’anno. E intorno alla vicenda si è iniziato a discutere animatamente. Succede sempre così quando le cose non vanno per il verso giusto. Inutile nascondersi dietro a un dito. Sono cose che fanno parte della vita. Non bisogna, quindi, stupirsi o gridare allo scandalo se chi comanda il reparto corse F1 della Rossa finisce sotto la lente d’ingrandimento della dirigenza che ora si interroga se proseguire o meno un rapporto che dura dal 2023. Anche se per i puristi non dovrebbe essere così, ormai il ruolo di team principal alla Ferrari è diventato come quello di un allenatore di calcio. In mancanza di risulati la panchina inizia a traballare. Certo il momento non è di quelli favorevoli visto che ormai è iniziato il conto alla rovescia verso il 2026, anno di una nuova rivoluzione per la F1 che ripartirà da un foglio bianco. Ma visto come sono andate le cose è chiaro che chi comanda si interroghi sulla figura di riferimento, l’uomo scelto per condurre il Cavallino verso le sfide del futuro. Dopo dieci Gp il bilancio parla chiaro. La Ferrari è terza nel Mondiale Costruttori e ancora non ha mostrato di potersela giocare quantomeno per una vittoria. A esclusione di Monte Carlo, dove la Rossa è stata in lizza per conquistare il successo, il quadro generale è stato deprimente. I podi conquistati sono stati più per demeriti altrui che per effettiva capacità di una squadra che ha mostrato lacune e non è mai riuscita a stare al passo delle rivali. Quindi: giusto proseguire il cammino con Fred Vasseur o meglio chiudere il rapporto? Su questo argomento si discute in questi giorni un po’ ovunque e soprattutto ai piani alti dell’azienda. Secondo le fonti di Autosprint il futuro del team principal del Cavallino dipende dai risultati che le Rosse riusciranno a ottenere da qui alla fine della stagione.

Perché magari d’ora in avanti Fred Vasseur condurrà la Ferrari a un’esaltante Mondiale F1 2025. Mai dire mai. Anche se visto adesso tutto questo pare altamente difficile non si può certo fare i conti senza l’oste. Ma forse è proprio questo il problema. La fiducia, pare, incrinata o comunque messa in dubbio da questa stagione senza gioie con troppi bocconi amari da mandare giù dopo una vigilia che prometteva scintille. E adesso è abbastanza evidente che il destino del manager francese sia legato anche ai risultati che la SF25 otterrà nelle prossime gare perché se la parabola discendente dovesse proseguire si arriverebbe a un’inevitabile redde rationem. In questi giorni di discussioni sono stati fatti anche inevitabili paralleli (non del tutto giustificati) tra Fred Vasseur e Jean Todt. Era il 1996 quando quest’ultimo finì nel mirino. Dieci giorni dopo la conclusione di un Gp di Francia nel quale il motore della Ferrari di Michael Schumacher andò arrosto nel giro di ricognizione il team principal francese affrontò di petto le critiche: «Qualunque cosa succeda alla Ferrari, è colpa mia. Deve essere così perché la mia carica è quella di responsabile della gestione sportiva. È colpa mia e deve essere colpa mia, sono anche pagato per questo. Mi considero un manager. Il mio desiderio è di rimanere alla Ferrari, ma se la Ferrari mi vuole mandare via può farlo in qualunque momento». Avete mai sentito, finora, Fred Vasseur dire che è colpa sua? Possiamo andare a ricercare tutte le sue dichiarazioni ma non c’è traccia. I responsabili sono sempre gli altri. Lui, pagato proprio per ricoprire quel ruolo, ha sempre puntato l’indice altrove. Mai un’assunzione diretta di responsabilità, ma attenzione puntata altrove. Non è così che funziona nel mondo del lavoro. I ruoli di responsabilità vengono retribuiti maggiormente proprio per questo. Altrimenti sarebbe per tutti molto più facile. Mentre il Circus fa rotta verso l’Austria le discussioni vanno avanti. La speranza è che con i risultati Vasseur chiuda la bocca a tutti quanti.

 

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