Campionato epico, quello del 1964: in questa storia rientrano una Ferrari bianca e blu, un paio di occhiali da corsa, un corso di guida e soprattuto l'impresa di John Surtees, unico a vincere il mondiale sia nel Motomondiale che in Formula 1
Quello che è accaduto in Formula 1 60 anni fa, oggi lo si può solo sognare. Perché quello che è accaduto sei decadi orsono, proprio il 25 ottobre, proprio al GP Messico, è qualcosa che non si è verificato mai più, al termine di uno dei mondiali più incredibili di sempre. Perché in questa storia rientrano colorazioni particolari, occhiali da corsa, persino un corso di guida. Quel mondiale è stato unico nei modi dell'epilogo e nell'esito stesso: John Surtees, il Figlio del Vento, diventava campione del mondo di F1. Ad oggi, è l'unico che sia riuscito a divenire iridato sia in Formula 1 che nel Motomondiale.
GP Città del Messico: gli orari del fine settimana
La storia di John Surtees è unica, proprio perché unico è ciò che ha fatto. Ma unico fu pure quel mondiale cominciato con Jim Clark campione in carica ed una Ferrari che aveva finalmente ritrovato stabilità dopo il terremoto del 1961, quello che portò all'allontanamento di tutti i vertici, compiendo una vera e propria rifondazione. E volto della rifondazione fu anche un certo Mauro Forghieri che, in quel 1964, sperimentò la prima gioia iridata in F1 della carriera: merito di Surtees e della Ferrari 158, la Rossa spinta dal nuovo V8 ed ispirata per forme e costruzione alla rivoluzionaria Lotus 25. Battere quella Lotus sembrava un'impresa, ma Surtees ci riuscì in un finale da tregenda.
La stagione fu intensa, ricca di colpi di scena e soprattutto incerta. Tant'è che a Città del Messico, ultima prova del mondiale, si presentano in lizza per il titolo tre piloti con tre scuderie diverse: Graham Hill su BRM (39 punti), John Surtees su Ferrari (34) e Jim Clark su Lotus (32). Le stesse tre scuderie sono in lotta pure per il titolo Costruttori, all'epoca mediaticamente ed economicamente meno importante rispetto ad oggi. Ma siccome non era stata un'annata lineare, non poteva di certo esserlo nell'epilogo, in una corsa che ancora oggi viene ricordata per l'incertezza andata avanti fino agli ultimi chilometri.
Sfoglia le pagine per continuare a leggere (1/2)
1 di 2
AvantiLink copiato