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Schumi aveva una telecamera sul casco

Così secondo le voci della stampa francese riprese da altri media e poi confermate
Schumi aveva una telecamera sul casco

3 gen 2014

Viene riportata sempre più insistentemente dalla stampa francese, ed è stata conseguentemente ripresa anche da quella tedesca, la notizia secondo cui al momento dell'infortunio con gli sci Michael Schumacher avesse una piccola telecamera portatile montata sul casco (di quelle tipo GoPro, per capirci). Inutile sottolineare come, se fosse vero, ciò darebbe una impulso fondamentale ai quesiti (e all'inchiesta della gendarmeria di Albertville) su come si sia effettivamente svolto l'incidente. Tuttavia non possiamo fare a meno di sottolineare come questa voce presenti molti aspetti quantomeno oscuri: per cominciare, i primi a riportare questa informazione (il quotidiano locale Dauphiné Libéré, lo stesso che lunedì mattina aveva lanciato l'allarme per la seconda operazione alla testa, quella in realtà mai effettuata) specificavano addirittura che non si sapeva se la telecamera fosse accesa e che fine avesse fatto. Più tardi altri, come BFMTV, hanno "rivelato" che la famiglia si sarebbe decisa a consegnare (volontariamente, viene sottolineato) questa telecamera alle autorità. Così come viene descritta, la vicenda ci lascia diverse perplessità, che quantomeno ci suggeriscono di attendere una conferma ufficiale. Per cominciare, lascia stupefatti che la gendarmeria abbia sequestrato tutto il materiale relativo all'incidente (casco compreso) ma la famiglia o la PR Sabine Kehm abbiano deciso di tenere per sé (di fatto nascondendola) la telecamera in questione, per non meglio precisati motivi di privacy o assicurativi. Per poi decidere solo oggi di consegnarla, sempre stando a quanto riportato oltralpe. Insomma, anche se pare appurato che questa telecamera alla fine sia saltata fuori proprio oggi, forse i contorni esatti della vicenda non sono esattamente quelli riportati. Molta enfasi è stata data inoltre al fatto che oggi la gendarmeria abbia interrogato il figlio Mick, con l'assistenza di un traduttore come impongono le norme internazionali. Va detto che una delle prime mosse dell'inchiesta sull'incidente è stata (ovviamente) proprio quella di interrogare i testimoni, e il figlio di Michael era appunto fra i presenti. Di conseguenza appare improbabile che sia stato sentito solo oggi. Se invece lo si era lasciato stare per via dell'età, perché adesso invece andrebbe sentito? A meno che non si voglia far credere che ci sono voluti 5 giorni per trovare un interprete... Insomma, ci pare che ci sia ancora molta confusione su certe circostanze dell'incidente a Schumacher, e che certa stampa non faccia nulla per chiarirle, anzi. Per cui riportiamo queste informazioni per dovere di cronaca e per cercare di chiarire ai nostri lettori quali siano le "verità" sulle tante notizie più o meno affidabili che si sentono in giro. Soprattutto quando non sono confermate né dai protagonisti né dalla logica. Maurizio Voltini

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