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Briatore, la Ferrari, Montezemolo e la F1

Flavio, ospite di Ecclestone a Monza, racconta il suo punto di vista sui cambiamenti a Maranello e critica l'attuale F1
Briatore, la Ferrari, Montezemolo e la F1

5 set 2014

Non poteva mancare a Monza Flavio Briatore. Quando nel paddock della F1, luogo off limits per tutte le auto, è entrata una Mercedes S500 a vetri scuri, era chiaro si trattava di un personaggio top. Quando l’ammiraglia si è fermata fra i motor home Ferrari e Red Bull, nel punto più esclusivo del paddock monzese, dove c’è l’hospitality di Ecclestone, sono scesi proprio il capo della F1 e Flavio Briatore. Era la prima volta quest’anno che Briatore rivedeva le “nuove” F1 in azione. È giunto proprio nel giorno in cui si sono intensificate la ridda di voci sull’abbandono di Montezemolo e quindi Briatore ha voluto commentare la situazione attuale della F1. “Sento anch’io queste voci sempre più insistenti - ha detto - ormai ci siamo abituati a identificare la Ferrari con Montezemolo, quindi sarà un grosso cambiamento. Se davvero lascia, credo sia una sua scelta, probabilmente anche dovuta a suoi motivi privati. Marchionne al suo posto? Mah, non vedo come possa fare, già lavora 22 ore al giorno senza doversi occupare della Ferrari...”. Ma le cose, secondo Briatore, non cambieranno in meglio per la Ferrari senza Montezemolo a breve termine. “Non è che se Montezemolo lascia Maranello, la Ferrari si metterà ad andar meglio in F1. È chi gestisce la quotidianità della squadra corse che ha la responsabilità futura delle prestazioni Ferrari, non il Presidente. E la Ferrari deve migliorare e di molto le sue prestazioni. E per farlo devono lavorare sodo molto di più di adesso”. Briatore poi ha continuato cavalcando il suo cavallo di battaglia preferito: la tecnologia che ha rovinato lo spettacolo della F1. “Queata F1 non mi coinvolge e come me non piace a tanti spettatori. Lo dimostra il calo del pubblico sulle piste, il calo degli indici di ascolto televisivi. Questa disaffezione vorrà dire qualcosa, no? La colpa è della techologia esasperata: è stato fatto un regolamento che appassiona agli ingegneri, non gli spettatori. Motori costosissimi che fanno andare le macchine più piano di tanti anni fa. Prima avevamo un V8 che era potente, faceva un bel rumore e costava poco costruirlo. Adesso abbiamo dei motori (Briatore si ostina a non chiamarle power unit, ndr) molto sofisticati, che vanno più piano, e sono costosissimi. È appassionante per gli ingegneri, che dicono: ‘un bellissimo capolavoro di ingegneria’; ma non lo è per gli spettatori”. Briatore fa un esempio calzante: “Sfido chiunque a mettere un motore su un piedistallo qui al centro del paddock e un personaggio fra i piloti: secondo voi lo spettatore della F1 da cosa è attirato di più? Dal pezzo di metallo o dal pilota? Questa tecnologia ibrida non va bene per la F1, al massimo per le gare tipo Le Mans. La F1 sono corse di gladiatori, non di risparmio. Ai miei tempi dicevamo ai piloti: tirate per 60 giri a ritmo di qualifica, oggi i box dicono ai corridori via radio: vai più piano per risparmiare benzina. E poi questa F1 costa troppo: oggi un team con motori così sofisticati deve spendere 300 milioni l’anno, e tante piccole squadre stanno per saltare finanziariamente. L’epoca dei miei tempi, con le Jordan, le Benetton e tanti team privati, non potrebbe esistere con questa tecnologia”. E Briatore efficacemente riassume la F1 di oggi con questo slogan: “È diventata la Formula NP: Formula Non Piace”. Alberto Sabbatini

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