Ormai le gare in notturna fanno parte stabile del calendario F1: tre gare su diciannove (l’anno prossimo saranno venti) terminano al buio, ma a differenza di Bahrain e Abu Dhabi, quella di
Singapore inizia ben dopo il calar del sole. I piloti ne approfittano per sfoggiare
caschi particolari, fatti per esaltare la
colorazione alla luce dei millecinquecento riflettori.
Sebastian Vettel è il “maestro” di quesi trucchetti, e il suo casco, disegnato dall’artista Muser, era
studiato per emettere riflessi cangianti.
Più di novantamila sfumature, dal giallo all’oro, dal magenta all’arancio. Da notare che Sebastian è uno dei pochi piloti che continua a usare la visiera arancione: gli serve per distinguere meglio le irregolarità della pista, a differenza di quella
trasparente usata da quasi tutti i suoi colleghi.
Bello anche il modello di
Jean Eric Vergne, che aveva una colorazione
fluorescente in grado di esaltarne i contorni nel buio.
Valtteri Bottas ha trovato un altro modo per onorare il paese ospite: un casco con i colori bianco-rosso della bandiera di Singapore, con tanto di stelle e mezzaluna.