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GP Silverstone, Kvyat sugli scudi

Chiude solo sesto, ma insieme a Vettel impressiona nelle condizioni più difficili. Un testacoda lo priva del quinto posto
GP Silverstone, Kvyat sugli scudi

6 lug 2015

Dà una risposta convincente agli scettici, a quanti prematuramente ne avevano criticato le prestazioni, Daniil Kvyat. A Silverstone si mette in mostra per quanto consenta l’attuale Red Bull, qualificandosi meglio di Ricciardo (alle prese con i limiti della pista alla Copse) e chiudendo la gara sesto, posizione che non rende merito al gran ritmo espresso nelle condizioni più difficili d’asfalto, quando insieme a Vettel e Hulkenberg ha marcato un passo superiore a tutti gli altri. Eppure c’è dell’amaro per com’è andato il finale, a sette decimi da Bottas, con un ultimo giro nel quale ha stampato un 1’49”8, 3”2 in meno del finlandese. Ha seguito la strategia della stragrande maggioranza dei piloti, rientrando per il pit-stop al giro 44, non seguendo Vettel il passaggio precedente, scelta che gli avrebbe permesso di balzare davanti a entrambe le Williams e seguire il ferrarista per il podio. Difficile pensare ce l’avrebbe fatta, ma il risultato sarebbe potuto essere ancora più importante. «Daniil ha fatto un testacoda nel giro di rientro e ha perso 10 o 12 secondi, senza il quale avremmo sfidato Sebastian per il podio», commenta Chris Horner. Il week end a Silverstone ha messo in mostra una Red Bull competitiva specialmente nel settore centrale di pista, tra Brooklands e Chapel, là dove si può far valere telaio e aerodinamica, confermando che la RB11 non ha perso troppo dello smalto nelle aree in cui è sempre stata tradizionalmente forte. «Per la prima volta da Monaco, ho sentito di far parte della gara, correndo con le Ferrari. Kvyat ha fatto una bella manovra su Seb alla Luffield, poi ci siamo concentrati sulla strategia a una sosta e non sapevamo se le Ferrari ne avrebbero fatta una o due. Kvyat è sembrato avere un passo molto buono, Ricciardo sfortunatamente ha avuto un problema elettrico all’ERS e al turbo», aggiunge il team principal. Davanti c’è l’Ungheria, altra pista sulla quale le magagne delle power unit saranno mascherate e il layout dovrebbe riservare un’altra buona chance di ben figurare. «La macchina ha fatto un passo avanti, la configurazione di questo circuito ha sempre sottolineato i punti di forza e l’altra cosa che ci conforta è vedere Kvyat il più veloce in pista quando le condizioni sono state variabili Quando la situazione si riequilibra è ancora fantastico vedere lampi del vero potenziale». Sul fronte Renault, invece, si torna a registrare un doppio ritiro. Sainz e Ricciardo finiscono anzitempo la gara per problemi di natura elettrica, da indagare. Un peccato, specialmente per le Toro Rosso che si erano segnalate nei long run al venerdì, anticipando un buon potenziale che, con il senno di poi e la pioggia arrivata nel finale, avrebbe potuto regalare un risultato importante. «Considerando che l’affidabilità era stata perfetta nelle ultime 4 gare, è deludente registrare due stop nello stesso week end. Dobbiamo analizzare cos'è successo sia con Daniel che Carlos, entrambi con problemi elettrici. Tuttavia, abbiamo elementi positivi da questo week end, sia Toro Rosso che Red Bull hanno stabilmente corso nella top ten e il passo gara era competitivo», il commento di Cyril Abiteboul. Fabiano Polimeni

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