Analisi F1 Ungheria: problemi, sanzioni e spettacolo

Analisi F1 Ungheria: problemi, sanzioni e spettacolo
Anche stavolta l'Hungaroring offre una gara eccitante, "complici" Hamilton e le Mercedes, ma anche la competitività di Ferrari e Red Bull

26.07.2015 ( Aggiornata il 26.07.2015 23:58 )

Come spesso succede quando già dopo la prima mezz'ora di prove libere qualcuno cerca di bollare come "inevitabilmente noiosa" una gara, questa alla fine offre invece un grande spettacolo da molti punti di vista. E al di là della vittoria di Vettel e del fatto che incredibilmente (pensando ai presupposti, non certo per quanto visto in gara) non troviamo una Mercedes a podio, resta il fatto che in pista abbiamo visto davvero tanti episodi interessanti per la nostra analisi, e di vario genere. Per ripercorrere ogni singolo fatto abbiamo già la nostra cronaca "live", anche se su alcuni non si può certo svicolare: per esempio la stupenda partenza di Vettel, che se anche può essere stata favorita dalla frizione affaticata di Hamilton per il doppio start, ha offerto l'immagine memorabile del tedesco che sgomita verso destra un pilota "poco accomodante" come l'inglese. Così da poter affrontare al meglio la prima curva e guadagnare una prima posizione che terrà quasi costantemente (la cede a Raikkonen giusto al primo pit-stop) fino alla fine. Perché anche la supremazia in gara della Ferrari è stata reale, sebbene non eclatante. Certo, Hamilton ha fatto seguire altri errori a quello in partenza, perdendo il senso della misura finché è stato penalizzato per l'urto con Ricciardo. Rosberg da parte sua aveva la macchina ancora poco bilanciata come in prova. Ma resta il fatto che se Raikkonen (pure lui ottimo al via) fosse rimasto secondo non avrebbe rubato nulla: invece ha pagato anche stavolta mancanze non sue, nello specifico il cedimento del sistema MGU-K. Magari non si dovrà rinunciare agli spaghetti (cit. Lauda) o a disquisire sui piloti del 2016, ma se ci si concentrasse di più sulle monoposto non sarebbe male. In ogni caso la Ferrari è riuscita a contenere la Red Bull qui molto forte. Vero che Ricciardo si è tolto dai giochi (togliendovi anche Rosberg) sul finale, ma se in quel momento lottavano alle spalle di Vettel non era per meriti loro o demeriti di Seb, ma solo per l'azzeramento dei distacchi causato dalla safety car, entrata in seguito all'incidente di Hulkenberg. Questo fatto ci permette di avanzare una preoccupazione: Hulkenberg è volato dritto contro le barriere perché ha ceduto di schianto l'ala anteriore in rettilineo. Come sappiamo, lo stesso è successo a Raikkonen venerdì. Ora: non sarà che i recenti regolamenti che limitano la flessibilità, abbiano però reso più fragili queste componenti? Sarebbe il caso di analizzare la questione, anche da parte dell'autorità sportiva, magari verificandone la resistenza in qualche modo. Questo prima che succeda un incidente davvero grave: dopotutto è stato per un soffio che Hulkenberg non ha letteralmente"falciato" la Williams di Bottas che lo precedeva, prima di schiantarsi. In ogni caso, tornando alla gara, questa "assenza" o comunque mancanza della solita supremazia Mercedes, ha permesso di valutare più direttamente certe lotte che in altre occasioni avvengono nelle retrovie ma non sempre proposte dalle telecamere. Poi indubbiamente gli episodi ci sono stati. E di conseguenza parecchie sanzioni da parte del collegio dei commissari (di cui ha fatto parte Emanuele Pirro) e questo ci porta ad un'altra preoccupazione: che si sia tornati con la mano pesante per ogni singola "imperfezione" in gara. Intendiamoci: i drive-through (più 2 punti-licenza) di Maldonado e di Hamilton per aver "malmenato" Perez e Ricciardo rispettivamente, ci stanno tutti. Ma non ci si è fermati qui. Maldonado fa caso a sé: dopo il DT per la ruotata a Perez, ne guadagna un altro per aver ecceduto in velocità proprio in quel passaggio in pitlane, e infine 10 secondi per aver superato Stevens prima della linea di fine safety car, al restart. Che, nonostante tutto questo, il venezuelano sia riuscito a concludere non doppiato (14°) è notevole… Si è iniziato con la partenza rinviata giusto perché Massa si era fermato un po' prima della sua postazione. Non è che il brasiliano si fosse fermato chissà dove o al posto di qualcun altro, né che fosse posizionato in modo da avvantaggiarsi: non vediamo dunque gravità o pericolosità tali da giustificare il rinvio dello start e la sanzione di 5 secondi. Poi Grosjean si è beccato 5 secondi e 2 punti per essere stato rilasciato dai box a fianco di Massa: anche qui, non c'era stata nessuna reale situazione di pericolo visibile. 10 secondi e 2 punti anche a Kvyat per essersi avvantaggiato superando Hamilton uscendo dal tracciato: peccato che alla curva 4 fossero finiti fuori pista entrambi… Infine, Verstappen (ottimo quarto) si è visto affibbiare 3 punti-licenza per aver sbagliato tempistiche sotto safety car. Insomma, davvero tante sanzioni e non tutte pienamente giustificate, pare. Oltretutto, per inciso, anche Raikkonen avrebbe dovuto scontare 5 secondi se non si fosse ritirato (velocità in pitlane). Peccato, perché anche oggi è stato dimostrato che sono proprio le lotte dirette e anche un po' rudi (come le gomme di Massa e Hamilton che si sfregavano in uscita di curva 1) a dare spettacolo sportivo (quello non "artificiale" cioè) e che i piloti le offrono se messi nelle condizioni di farlo. Come certe staccatone di Ricciardo, specie quando ha rivisto la stessa situazione finale di gara che l'anno scorso gli preparò la vittoria. Questo a prescindere dai motivi che causano queste possibilità: problemi tecnici di chi solitamente domina, da un lato, ma anche gomme Pirelli un po' più da gestire pur senza arrivare a "stracciarsi" per un nonnulla. Lo spettacolo - ripetiamo, quello "sportivo" - passa dalla competizione, e non da strani artifizi regolamentari. Maurizio Voltini

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