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Vasselon: non c’è amore per la F1

Il disinteresse verso la categoria amplificato dai piloti che non amano più le loro monoposto
Vasselon: non c’è amore per la F1

26 ago 2015

I piloti? Senza amore per le monoposto che guidano. E’, in sintesi, il pensiero di Pascal Vasselon, direttore tecnico e vice presidente di Toyota Motorsport, nonché responsabile dello sviluppo del telaio ai tempi dell’impegno dei giapponesi in Formula 1. Oggi per Toyota c’è il WEC, con il titolo iridato messo in bacheca lo scorso anno, quel mondiale Endurance che proprio dai piloti di F1 raccoglie consensi e apprezzamenti. «Credo che il generale disinteresse nella Formula 1 derivi principalmente dalla mancanza di amore dei piloti stessi verso la categoria. Gran parte di loro non esprimono il piacere di essere al volante di queste macchine, questo è quel che penso. E la mancanza di interesse dei piloti amplifica quella dei tifosi». Ora, che i piloti si siano spesso lamentati dell’impossibilità di girare sempre al massimo e di ritrovarsi di fatto con monoposto molto più lente rispetto al passato è innegabile, ma altrettanto evidente è la presenza di gare coinvolgenti e divertenti negli ultimi due anni del nuovo corso ibrido. L’interesse, seppur a sprazzi, la Formula 1 è ancora capace di generarlo. «Se le nuove regole riporteranno il divertimento per il pilota, si rifletterà nei loro commenti e potrebbe ribaltare le cose», dice guardando ai cambiamenti prospettati per il 2017. Divertimento per i piloti e interesse del grande pubblico sono coincidenti? L’equazione forse non è così diretta. Poi fa un confronto con il WEC: «I piloti che vengono alle gare endurance dicono: “Wow, sono macchine fantastiche, possiamo spingere dall’inizio alla fine”. E’ l’esatto contrario di quel che devono fare in Formula 1 ed è per questo che ritengo derivi dai commenti dei piloti, la mancanza di interesse nella F1». Grossomodo su una lunghezza d’onda simile, ma guardando ai team principal, si è espresso a più riprese Toto Wolff nei mesi scorsi, critico verso i colleghi “disfattisti” e concentrati più sulle cose che non vanno, che sul trasmettere l’amore per la categoria all’esterno. A Motorsport.com, Vasselon – guardando al futuro della F1 – conclude: «Le nuove regole vanno quasi nella direzione opposta a quelle che erano in vigore in Formula 1 sul finire degli anni 2000, quando l’obiettivo era di rallentare le monoposto e facilitare i sorpassi. Ora sembra che i responsabili vogliano cambiare direzione, appare una sfida molto stimolante. Non sono pienamente a conoscenza di tutti i dettagli, ma parliamo di evoluzioni importanti sull’aerodinamica e le gomme ed è certo che i tempi sul giro scenderanno parecchio». Fabiano Polimeni

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