Vettel, terzo posto con ringraziamenti

Vettel, terzo posto con ringraziamenti
"Ringrazio tutti in pista e in fabbrica. Anche se non è bello essere fuori dalla lotta per il titolo", afferma, pur rilanciando per la prossima stagione

26.10.2015 ( Aggiornata il 26.10.2015 01:56 )

Finire terzo dopo essere partito 13° in una gara non facile: ci si potrebbe già accontentare di questo notevole risultato da parte di Sebastian Vettel. Eppure poteva essere ancora meglio, e non solo perché terminato a pochi metri da Rosberg 2°. Infatti a metà gara ha approfittato di una safety car virtuale per montare le gomme slick più dure (le medie bianche) con cui sarebbe potuto andare fino al traguardo risparmiando una sosta. A nullificare questa coraggiosa ma giustificata strategia ci ha pensato l'incidente di Kvyat con conseguente safety car, che ha permesso a Hamilton di recuperare una situazione di gomme poco favorevole. «Eh sì, oggi abbiamo cercato di rovinare la festa a Lewis… - commenta Vettel dopo la gara - Alla fine, forse, avrei dovuto rischiare di più con Nico, ma non è stato possibile. È un peccato, ma non dimentichiamo da dove siamo partiti quest’anno. Quella di oggi è stata un’altra grande gara, una grande rimonta, e la macchina è stata fantastica. Non credo si possa chiedere di più se si parte dalla tredicesima posizione. Un ottimo primo giro ha aiutato molto e dopo abbiamo avuto un buon ritmo, soprattutto quando siamo passati alle gomme da asciutto in condizioni miste. Per un po’ ci è sembrato di volare, ero di un paio di secondi al giro più veloce di tutti gli altri. Forse senza l’ultima safety car avremmo potuto vincere, ma con i "se" e i "ma" non si fa la storia: era una gara difficile e siamo riusciti a gestirla bene. Posso solo dire "grazie tante" a tutti, in pista e in fabbrica. Se da un lato siamo felici, dall’altro non è una bella sensazione essere fuori dalla lotta per il titolo. Questo ci dà una spinta per il prossimo anno, per cercare davvero di fare progressi. Speriamo di dare agli avversari più filo da torcere». Maurizio Voltini

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