F1 Spagna, due soste la scelta giusta

Si è dimostrata la strategia migliore, Ricciardo paga più di tutti le tre fermate e perde anche il podio

Fabiano Polimeni

16.05.2016 13:12

Il Gran Premio di Spagna di Daniel Ricciardo si decide tutto in due momenti: la scelta di montare le gomme morbide in occasione della seconda sosta al 28mo giro - chiaro indizio di una strategia a quel punto su tre pit-stop - e la tardiva manovra effettuata dal box Red Bull sulla mossa (in un quadro strategico che ha visto le tre fermate pagare dazio rispetto alle due) del muretto Ferrari, che ha anticipato molto il terzo stop di Vettel per sfruttare l'undercut, mandarlo in pista con un buon margine dietro Raikkonen e la possibilità di sopravanzare proprio Ricciardo. 

Per dirla con le parole di Arrivabene: «Non è un podio conquistato ma un'occasione sprecata». Paga più di tutti l'australiano, che non solo perde il gran premio, ma anche il podio. Verstappen ha dimostrato di avere lo stesso passo nei due stint iniziali di gara, con gomme morbide e medie, difficilmente, però, avrebbe avuto lo spazio per superarlo con una strategia identica. La Pirelli aveva previsto una strategia a 3 fermate teoricamente più rapida, ma il rischio di trovarsi nel traffico, con difficoltà di sorpasso come rovescio della medaglia. Tanti hanno privilegiato le due soste, anticipando notevolmente, però, il primo stop. Se si pensa all'ingresso della safety car e il paio di giri "risparmiati" senza spingere sulle gomme, vediamo come il più lungo nel primo stint sia stato Gutierrez, con 16 giri, a fronte di una previsione di pit-stop Pirelli al 20mo giro. Addirittura all'ottavo giro si ferma Massa, ottimo al traguardo in zona punti e anche lui su 3 fermate, dopo un avvio in 18ma piazza. I primissimi, invece, si fermano tra il 10mo giro di Sainz e il 15mo di Vettel. Primo cambio gomme in fotocopia per Verstappen, Raikkonen e Bottas, tutti al 12mo giro. Diversamente dalle previsioni, anche per quanto riguarda l'alternanza di mescole si sono registrate delle variazioni importanti: secondo e terzo stint sulle medie, anziche ridurre al terzo stint, dal 40mo al 66mo giro, l'impiego delle Pirelli bianche, come teorizzato prima della gara.

Vettel: «Strategia sbagliata»

Verstappen e Raikkonen, invece, sono stati abili a gestire le gomme per il lungo stint conclusivo, dal 34mo al 66mo giro Max, un giro in meno per Kimi. Da sottolineare anche i 31 giri di Perez con gomme medie, ma soprattutto i 35 di Gutierrez (Grosjean conferma l'ottima gestione delle coperture della VF16 coprendo 19 giri con le morbide). Haas che perde la zona punti nel finale, a vantaggio di Kvyat. Gare senza particolari note strategiche da segnalare quelle di Bottas, Sainz e Perez, tutti su due soste e stint differenziati di pochi giri l'uno dall'altro. Fanno qualcosa di diverso le due Renault, Palmer va su due soste ma monta le gomme dure al 33mo giro. Magnussen ne fa tre e utilizza le Pirelli arancioni dal 30mo al 55mo.

E' stato un Gran Premio di Spagna corso con temperature in linea con quelle delle qualifiche, distanti dai 52° C di un anno fa. Domenica a Barcellona l'asfalto era tra i 40 e 42° C. I migliori tempi di giornata vedono svettare Kvyat con gomme morbide, avvantaggiato come Magnussen dall'averle utilizzate nello stint finale (al pari di Haryanto, trovatosi nelle zone nobili della classifica dopo il primo pit degli altri piloti, lui che si è fermato al 22mo giro): 1'26"948 per Daniil, davanti all'1'28"137 di Vettel e 1'28"716 di Magnussen (autore di 1'30"348 con le dure, dietro l'1'29"779 di Palmer). Con gomme medie ecco Vettel confermare la velocità della Ferrari rispetto alle Red Bull: 1'27"974 è oltre 2 decimi inferiore all'1'28"209 di Ricciardo, mentre Raikkonen non scende sotto l'1'28"538.

«È stata una battaglia strategica complessa fino alla fine, con Red Bull e Ferrari a dividersi la supremazia, e le tattiche che cambiavano di giro in giro. Come risultato abbiamo assistito ad una gara affascinante, imprevedibile fino alla bandiera a scacchi: uno degli eventi da ricordare in questa stagione. Durante gli ultimi 10 giri i piloti hanno dovuto gestire i loro pneumatici per essere certi di mantenere le performance fino alla fine, aggiungendo ulteriore imprevedibilità all’azione. Questo è il genere di gara a cui pensavamo quando abbiamo sviluppato la nostra attuale gamma di mescole e quando abbiamo pensato agli ultimi regolamenti sui pneumatici, quindi il Gran Premio di Spagna può considerarsi sicuramente un successo. Oggi è stato scritto anche un nuovo capitolo nella storia della Formula 1, con il più giovane vincitore di sempre, e siamo molto orgogliosi di esserne stati parte», il commento di Paul Hembery. 


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