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Hamilton e il "segreto" di Barcellona

"Ci sono particolari che vi dirò solo dopo il ritiro", racconta Lewis. I piani per il futuro? Smettere con la F1 a 37 anni

Fabiano PolimeniFabiano Polimeni

15 lug 2016 (Aggiornato alle 11:43)

L'inseguimento è giunto al termine. Un punto a dividerli in classifica, praticamente riequilibrata in perfetta parità la lotta per il mondiale. Sono servite 10 gare a Lewis Hamilton per riprendere il fuggitivo, Rosberg. Ne restano ancora 11 per andare a caccia del titolo. Una prima metà di campionato vissuta tra continui alti e bassi, trionfi e problemi tecnici a intralciarne il cammino, non senza errori, come in Azerbaijan. Ripensa agli episodi difficili affrontati finora e lancia anche un messaggio criptico su quanto accaduto a Barcellona, il contatto al primo giro con Rosberg, il duplice ritiro. E' stato detto tutto? Forse no. Perlomeno Lewis ha ancora particolari da svelare. Non ora. 

«Quand'ero più giovane, se avevo una cattiva gara ero molto duro su me stesso, ed era un aspetto negativo. Ricordo alcune gare, non lasciavo la stanza dell'hotel per tre o quattro giorni, non parlavo con nessuno, cercavo solo di uscire dal momento buio in cui ero entrato. Poi, all'improvviso, tornavo e trasformavo in energia positiva il tutto. Bisogna lasciarsi la negatività alle spalle, sforzarsi di trovare gli aspetti positivi

Guardo a Barcellona, quest'anno, è stata un enorme punto basso per me. Ci sono cose che non saprete finché non mi ritirerò, quando vi racconterò cos'ho provato», spiega nel corso di una sessione di domande e risposte su Facebook, con lo sponsor UBS. Dopo 5 gare aveva un ritardo in classifica di 43 punti, chiuso interamente, grazie a quattro vittorie nei successivi 5 GP. Baku il passaggio a vuoto. 

«Il giorno dopo la gara a Barcellona mi sono svegliato, sono andato a correre e pensato a tante cose, è da pazzi guardare al ritardo di 43 punti che avevo allora, sembrava impossibile da recuperare. Oggi mi sento più forte, ci sono quelle giornate in cui sembra che il mondo stia per finire, che non vincerò mai il campionato, blah, blah, blah. Guardate a dove sono ora: è la dimostrazione che non si deve mollare, a prescindere da tutto».

Mondiale al giro di boa, sorprese e delusioni

Il futuro oltre il 2016, oltre il mondiale da conquistare, sembra averlo ben chiaro in mente Lewis: «Provo a immaginare e mi chiedo "Qual è il tuo piano a 5 anni?" e lo imposto. Al momento ho un contratto di tre stagioni, inclusa questa, con Mercedes, dopodiché mi vedo restare per altri 3 anni probabilmente - tre o quattro - poi mi ritirerò. Non desidero proseguire all'infinito, quando avrò 37 anni credo sarò ancora relativamente giovane, voglio mettermi alla prova con qualcos'altro, anche se le opinioni e le visioni cambiano, per cui chi sa come vedrò le cose tra 7 anni».

Niente permanenza "a oltranza" finché non batterà tutti i record. E' qualcosa alla quale non è interessato: «Voglio essere il più grande possibile, non credo che questo sia definito dai record di qualcun altro . Credo che si tratti di fare quel che ami e dare il massimo nell'arco di tempo in cui partecipi. Anche se sarò qui ancora per altri due o più anni, darò tutto. E se anche dovessi fermarmi oggi, potrei guardarmi indietro e dire "Caspita, ho imparato molto". Ho affrontato un viaggio fantastico».

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