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Rosberg, Hamilton e la magnanimità del nuovo Imperatore

Il nuovo campione del mondo si gode il trionfo e non dà adito alle polemiche contro Hamilton: “E’ uno dei migliori piloti di sempre, chiudiamola qui”

Francesco CollaFrancesco Colla

30 nov 2016 (Aggiornato alle 12:31)

L’epilogo di Abu Dhabi ha scatenato polemiche. Non poteva essere diversamente: Lewis Hamilton ha provato con ogni mezzo a non scendere dal trono della Formula 1 e ora il tre volte campione è nell’occhio del ciclone dividendo gli animi. E anche le nostre opinioni: Mario Donnini difende il “sacro diritto” dell’individuo alla lotta senza quartiere, Cesare Maria Mannucci, su Autosprint in edicola dal 29 novembre, scrive che ancora una volta Lewis ha anteposto i propri interessi a quelli della squadra.

Il più coinvolto di tutti, Nico Rosberg, indossati i simboli della nuova regalità, da imperatore magnanimo non infierisce sullo sconfitto e scambia un segno di pace con l’avversario di sempre: “Dovete capire la prospettiva del team – ha dichiarato non appena ripresosi dai bagordi protrattisi fino al mattino inoltrato – Non erano certo contenti ma allo stesso tempo è facile capire il suo (di Hamilton, Ndr) punto di vista, perché siamo combattenti e si sta parlando del titolo mondiale. Nico avrebbe potuto infierire, recriminare, ma ha scelto di non farlo:Lasciamo perdere la questione, non c’è più nulla di cui discutere, è andata e fa parte del passato. Va bene così”.

Keke, padre di Nico e campione del mondo 1982, alla vigilia della battaglia finale aveva incitato il figlio con un messaggio: “Pedal to metal”. Poche “menate” e schiaccia il pedale. Perché tutti sanno quanto Hamilton sia uno spirito indomito, un “animale” che dà il meglio di sé quando ha tutto il mondo contro. Un lottatore straordinario. E Nico dà a Cesare quel che è di Cesare: Lewis è un pilota eccezionale, uno dei migliori di tutti i tempi. E’ sempre duro batterlo, sempre, e ciò rende ancora più speciale avergli portato via il titolo”. 

Tra loro non potrà più esserci l’amicizia del tempo dei kart, quando “mangiavamo i cereali e giocavamo alla play insieme” come aveva ricordato Hamilton alla vigilia del match finale. Tuttavia il rispetto rimane inviolabile: “Alla base del nostro rapporto c’è il rispetto, perché siamo stati grandi amici in passato e il rispetto rimarrà per sempre, anche se è difficile perché facciamo parte dello stesso team e lottiamo uno contro l’altro”. Rosberg, lo stratega dalla faccia pulita, non solo ha battutto i pregiudizi che da sempre accompagnano i "figli di papà", ma sta dimostrando di essere un campione anche fuori dalla pista

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