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Ferrari SF70H, inno alla tradizione rossa

La sigla è un omaggio ai 70 anni di storia del Cavallino e le novità non mancano: dalla livrea (più rossa) alle soluzioni aerodinamiche

Fabiano PolimeniFabiano Polimeni

24 feb 2017 (Aggiornato alle 12:19)

Il set è quello di Fiorano, prima scena all'interno (del box), seconda all'esterno, in pista. Protagonista: Ferrari SF70H. Il film che dovrà vincere l'Oscar inizia da qui. Sintesi del lavoro invernale dei tecnici, accompagnato da un silenzio assordante tra la chiusura della stagione 2016 e la ripartenza con regole tutte nuove. E' il progetto che dovrà celebrare degnamente il kolossal che è il Cavallino Rampante, nel settantesimo anno della sua storia. In attesa dei risultati, l'omaggio è nella sigla.

Continuità con il 2016 sul muso, che mantiene la protuberanza tra i supporti dell'ala anteriore ma sembra sfoggiare un dislivello superiore nel raccordo con il cockpit oltre al S-Duct. Grandissima evoluzione della configurazione delle pance, con aperture triangolari molto ampie orizzontalmente ma dall'altezza ridotta, che lascia spazio nella parte in feriore a un andamento particolarmente scavato. Si presenta piuttosto diversa da ogni altra monoposto vista finora.

Una cura che si lega ai deviatori di flusso, più paratie dietro le ruote anteriori e accanto alle pance, collegati tra loro e con l'elemento più esteso che è il bargeboard bianco che si allunga verso l'asse anteriore. La pinna c'è e si completa con due alette orizzontali, simili a quelle sperimentate da Mercedes a Silverstone giovedì. Colpisce l'attenzione riservata nella zona centrale, accanto al cockpit, dagli elementidavanti ai supporti degli specchietti, verticali e orizzontali, fino al perfezionamento dei profili per guidare i flussi nella zona posteriore.

Nella vista dal'alto, il retrotreno sembra più abbondante nell'area della copertura motore davanti al triangolo superiore delle sospensioni; sul fondo, tre aperture in contrapposizione alle nove sfoggiate da Mercedes per gestire le turbolenze generate dalle ruote. L'ala posteriore sceglie di adottare due supporti ai lati dello scarico, ancorati nella parte alta del profilo principale. Già presente il monkey seat, mentre al capitolo freni, da registrare le ampie prese anteriori.

MERCEDES W08: LA NUOVA ARMA LETALE

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