Formula 1, Abiteboul: Red Bull non sa cosa sia la lealtà

Formula 1, Abiteboul: Red Bull non sa cosa sia la lealtà© sutton-images.com

Non sono nuove le schermaglie tra Renault e Red Bull, chiamate a sottoscrivere (o meno) un nuovo accordo per la fornitura di power unit nel 2019. Abiteboul: "Renault è avanti rispetto programma"

Fabiano Polimeni

23.05.2018 12:59

E' un braccio di ferro, sulle date anzitutto. Quelle entro le quali definire se Red Bull sarà ancora un team motorizzato Renault nel 2019 o, piuttosto, passerà alla scommessa Honda. Abiteboul a porre un primo ultimatum, già scaduto: 15 maggio; poi, la concessione del 31 maggio quale limite per conoscere le intenzioni della scuderia che, a sua volta, ha chiarito di voler attendere gli sviluppi tecnici che verranno introdotti nel Gran Premio del Canada, da Renault come da Honda, per capire i passi avanti che saranno stati compiuti.

Un rapporto turbolento tra Renault e Red Bull, una coppia che si sopporta e si lancia frecciate reciproche. Da anni, ormai. «Che Red Bull critichi il suo fornitore di motori non è qualcosa di nuovo, siamo con loro da 12 anni, 8 campionati vinti insieme e ancora criticano Renault. Siamo abituati. Non impareranno mai e non saranno mai capaci di apprezzare la necessità di lealtà e impegno nei confronti di un fornitore», affonda, ancora, Cyril Abiteboul, intervistato dagli spagnoli di El Confidencial.

Mondo Red Bull Racing che non è più l'unico cliente con l'arrivo di McLaren e prospettive di un futuro nel quale collaborare in modo ancor più stretto, anche sulla stessa progettazione della power unit. «Nel 2015 abbiamo discusso con i vertici di Renault prima di rilevare la squadra (il team Lotus; ndr) e offrimmo a Red Bull di unire le forze. Si rifiutarono e, se abbiamo acquistato un team, è stato perché quella prospettiva di integrazione non era attraente», rivela Abiteboul. Erano, quelli, i mesi nei quali il rapporto giunse al limite della rottura, Red Bull si ritrovò a fine anno senza una power unit da utilizzare nel 2016, poi si rimediò con l'escamotage della sponsorizzazione TAG-Heuer e l'intervento successivo della Federazione a stabilire la garanzia per ogni team iscritto al mondiale di un motore . Da lì si arrivò a definire anche un percorso, date limite entro le quali comunicare quali team un motorista ha tra i propri clienti per la stagione seguente.

Guardando in casa propria, Abiteboul traccia un bilancio positivo, al terzo anno di impegno diretto Renault: «Ci sono alti e bassi, nel complesso al momento siamo in linea con il nostro piano. Sappiamo che può sembrare, talvolta, una visione troppo conservativa e dalla prospettiva dell'azienda, ma qualsiasi professionista della Formula 1 sa che non puoi vincere dal giorno alla notte. Lottiamo contro strutture che hanno quasi il 30 o 40% di persone in più di quante non ne abbiamo noi. Stiamo facendo le cose nel modo giusto, ci serve una strategia e l'abbiamo. Una nuova struttura tecnica nell'area del motore, dovevamo investire in un nuovo banco prova e l'abbiamo fatto, come sul telaio e in nuove strutture. Stiamo facendo le cose nel modo corretto e siamo in lotta per la quarta posizione nel campionato, siamo avanti sul programma».


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