Formula 1 Montecarlo, analisi: Ricciardo, 1° meritato ma condizionante

Formula 1 Montecarlo, analisi: Ricciardo, 1° meritato ma condizionante© sutton-images.com

I problemi dell'australiano si sono riflessi in modo decisivo anche sulla gara degli altri, specie in fatto di resistenza pneumatici

Maurizio Voltini

27.05.2018 19:23

Daniel Ricciardo ha condizionato tutta la gara di Montecarlo, nel bene e nel male, ma alla fine ha meritato una vittoria che inseguiva da tempo. Dopo una grande pole position, stava gestendo perfettamente la situazione quando gli è capitato il problema all'ERS: dopo qualche secondo di sconforto in cui ha pensato che anche oggi gli stava sfuggendo tutto dalle mani — e che in conferenza stampa l'abbia detto sorridendo come sempre dà la cifra della sua positività umana — ha tenuto duro, ha cercato di modificare i settaggi alla meno peggio (peraltro riuscendovi) e così è riuscito a tenere dietro Sebastian Vettel fino alla fine, senza mai dargli la possibilità di un affondo. Questo nonostante il ritmo si fosse alzato parecchio, tanto che si sono tutti avvicinati compresi i piloti non facenti parte dei tre top team. Quindi bravo Daniel e meritato il suo avanzamento in campionato, dove è passato 3° scavalcando sia Raikkonen che Bottas. Oltretutto con questa seconda vittoria del 2018 eguaglia il risultato stagionale di Vettel e di Hamilton, in termini di successi.

Come detto, Sebastian Vettel non è riuscito a trovare lo spazio per ribaltare il risultato a suo favore. Fargliene una colpa significa però non capire le difficoltà di sorpasso su questo tracciato e sminuire il fatto che Ricciardo non ha lasciato spazi. In più anche Seb ha avuto un paio di fastidi con le gomme, e non solo quando alla fine della virtual safety car ha avuto difficoltà a riportarle "a regime". D'altra parte i problemi gommistici di Lewis Hamilton sono stati anche più gravi (se ne è lamentato spesso via radio) e nemmeno lui è riuscito a fare granché una volta riagganciato il duo di testa. Anzi, sul finire si è pure allontanato.

Infatti, se la Red Bull ha dimostrato un'ottima capacità di sfruttamento delle gomme, potendo così posticipare il cambio sfruttando di conseguenza l'overcut, un po' peggio è andata a Ferrari e molto più a Mercedes, che anzi ha dovuto cambiare presto le gomme hypersoft del via. Il basso ritmo imposto dai problemi di Ricciardo ha anzi evitato che queste problematiche fossero pure ben peggiori. In questa situazione Valtteri Bottas non è così riuscito a concretizzare quella che, in una situazione più lineare, poteva essere una mossa ben più positiva: essere passato alle supersoft, cioè la mescola più dura tra quelle disponibili, al posto delle ultrasoft degli altri. Invece il divario rispetto alle US più sfruttate non è stato tale da permettergli di superare Kimi Raikkonen, sempre nel mirino da metà gara in poi. Del resto le difficoltà di sorpasso sono ciò che ha tenuto anche il finlandese a sandwich tra le due Mercedes senza possibilità di "schiodarsi".

Esteban Ocon gestisce bene la sua gara meritandosi il 6° posto finale, anche se a fine gara ha fatto parlare di più il fatto di aver lasciato passare agevolmente Hamilton quando poteva subire l'overcut da Raikkonen (non riuscito). Forse ci si dimentica che la Force India è praticamente lo junior team Mercedes… Ottima la prestazione di Pierre Gasly, un 7° posto in cui è confluita non solo la sua guida, ma anche il buon bilanciamento della macchina e la buona strategia della Toro Rosso, che gli hanno permesso di stare fuori a lungo in "pista libera" con le gomme HS del via, sostituite solo quando ormai avevano 42 giri sulle spalle. Finendo poi a meno di 1 secondo da Ocon.

Ben condotta anche la gara di Nico Hulkenberg 8°, anche lui ravvicinato ai piloti appena citati, grazie alla strategia alternativa di partire con le ultrasoft cambiandole dopo 50 giri di gara con hypersoft usate (tenute per 28 giri). Qualche problema invece per Carlos Sainz (10°) che partendo nei primi 10 ha usato le HS delle qualifiche e sostando dopo 16 giri di gara ha tenuto le US per 62 giri: troppi per resistere al recupero degli altri nella parte finale di gara, tanto che quando Hulkenberg l'ha raggiunto l'ha lasciato passare senza troppi problemi.

Tra le due Renault è finito Max Verstappen. Una rimonta dall'ultima posizione in griglia, la sua, che l'ha portato al 9° posto mostrando più prudenza del solito ma lo stesso alcuni bei sorpassi. Fosse sempre così, il suo atteggiamento, attirerebbe sicuramente molte meno critiche. Insomma, l'errore di distrazione di sabato mattina gli è costato caro e anche stavolta si può parlare di una possibile vittoria compromessa da un suo errore.

Con una strategia identica a quella di Bottas, pur se lontano dai riflettori Marcus Ericsson è riuscito a condurre una gara consistente mancando per poco la zona punti. Molto meglio di quanto sia andata a Charles Leclerc: mentre da un paio di giri era impegnato a cercare di gestire i problemi all'impianto frenante (pare surriscaldamento) questo l'ha piantato proprio nel punto peggiore, vale a dire la staccata per la chicane dopo il tunnel, andando a travolgere il povero Brendon Hartley, che stava recuperando bene dopo la sfortunata qualifica. Nessuna sanzione per l'incidente, che ha visto la convocazione in direzione gara dei piloti. Unico ritirato oltre a loro è risultato Fernando Alonso, al primo stop dell'anno, abbandonato dal cambio.

Gara opaca per gli altri: me se per le Haas si sapeva già non sarebbe stata una pista favorevole, la Williams poteva invece ben sperare su Sergey Sirotkin, le cui possibilità sono state però annullate dallo stesso team già da prima del via: i meccanici si sono impappinati con un dado, hanno quindi finito di montare le gomme troppo tardi (3 minuti minimi prima del giro di formazione) e così il russo si è preso subito uno stop & go di 10 secondi. Già le speranze del team non sono eccelse, se poi quando i piloti fanno dei piccoli miracoli (le prestazioni in prova di Sergey sono state davvero notevoli per un neofita, su un tracciato così difficile) se ne compromette così la gara…


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