McLaren, X2 veste d'Orange le visioni di MP4-X

Il concept avveniristico presentato nel 2015 si aggiorna. Conferma tutti i temi tecnici d'avanguardia lanciati con MP4-X e li abbina alla nuova livrea che richiama la MCL33

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Fabiano Polimeni

01.06.2018 09:25

>Immagina, ancora, la Formula 1 avveniristica dei prossimi decenni, McLaren. Lo fa aggiornando la livrea del concept MP4-X, esercizio tecnico targato 2015. Papaya Orange come una MCL33 ben più concreta e ancora in difficoltà sul fronte delle prestazioni. Il ritiro di Fernando Alonso a Monaco ha privato il team di un settimo posto comunque alle spalle della Force India di Esteban Ocon a Monaco. Gli sviluppi introdotti a Barcellona non hanno risollevato completamente la competitività del progetto 2018, in un confronto impietoso – all'interno dei team motorizzati Renault – con Red Bull.

«Stiamo inseguendo il passo di Red Bull, sappiamo in quali aree dobbiamo lavorare per avere quella velocità. Per certi versi sono deluso poiché abbiamo la stessa power unit e dovremmo essere a quel livello, ma al tempo stesso sapevamo sin dall'inizio dell'anno che non lo saremmo stati: proveremo a raggiungerli il prima possibile», ha commentato Alonso.

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McLaren che lavora anche al progetto Indycar, un impegno su più fronti che registra l'iniezione di capitali recentemente apportata da Michael  Latifi, padre di Nicholas - terzo pilota Force India - e nuovo investitore nella compagine di Mansour Ojjeh e del fondo sovrano bahrenita Mumtalakat.

E' lo sfondo sul quale nasce l'evoluzione del concept X, diventa McLaren X2. Alcune soluzioni visionarie, lanciate nel 2015, è interessante notare come vadano verso una parziale realizzazione. E' il caso, ad esempio, del monitoraggio in tempo reale dello stato fisico del pilota. Con l'introduzione dei guanti biometrici da parte della FIA è un obiettivo destinato a materializzarsi nei prossimi anni, con sempre più dati disponibili. Il concept estremizza, poi, la veste aerodinamica e cerca lo sviluppo della deportanza passando dall'incremento dell'effetto suolo. Non mancano le superfici attive, non solo ali in grado di cambiare incidenza e forma ma anche parti di carrozzeria, utilizzata per integrare celle solari che contribuiscano a catturare l'energia solare e, insieme al recupero della componente ibrida della power unit, immagazzinarla in pacchi batteria localizzati in più punti della monoposto.

Il cupolino protettivo è soluzione certo più convincente sotto il piano estetico rispetto all'Halo. Nel 2015 venne immaginato un cockpit in stile aeronautico e di tipo adattivo nei gradi di trasparenza. La capacità di ricarica induttiva guarda, invece, a temi tecnici più orientati verso le tecnologie utilizzabili in ambito stradale sulle auto ibride plug-in o elettriche pure, come lo è in sistema di controllo dell'auto mediante la lettura degli impulsi celebrali.


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