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Formula 1 USA: Austin, una pista moderna ma evocativa

Il cosiddetto Cota (Circuit of the Americas) ospita la F1 solo dal 2012 ma si è ispirato a varie piste storiche, risultando così piuttosto intrigante

Formula 1 USA: Austin, una pista moderna ma evocativa

Maurizio VoltiniMaurizio Voltini

19 ott 2018 (Aggiornato il 21 ott 2018 alle 01:33)

A differenza di altre moderne ma talvolta troppo asettiche, la pista texana di Austin ha saputo conquistare il cuore dei piloti in virtù delle caratteristiche variegate del tracciato di 5.513 metri. Il Circuit of the Americas - spesso abbreviato in "Cota" - ha debuttato con la F1 nel 2012 ma si è subito distinto per il suo particolare layout che spesso prende ispirazione da piste storiche, ma sa anche proporre curve specifiche tra le 20 totali.

Come quella subito dopo la partenza, per esempio, caratterizzata dalla staccata in forte salita per poi scollinare a sinistra: un punto dove è facile sorpassare ma anche sbagliare. Seguono una serie di esse veloci che ricordano quelle di Suzuka o di Silverstone, quindi il lungo rettilineo "da potenza". Il tutto è completato da varie curve "secche" ma anche da un curvone in appoggio e "composizioni" di più curve dove è importante trovare la giusta "linea". Questa pista risulta dunque stimolante e probante, pur se resta il fatto che statisticamente abbia sempre vinto uno dei piloti partiti in prima fila.

Rispetto allo scorso anno, il tracciato non ha subìto modifiche se non per l'aggiunta di "bump" all'uscita di curva 1 e all'interno delle curve 16 e 17: questi ultimi sono già stati soprannominati "Verstopper" in quanto dovrebbero servire a dissuadere tagli come quello che permise a Max di superare Kimi nel finale dello scorso GP (salvo poi essere penalizzato). In effetti l'abbondante e forse eccessiva presenza di ampi spazi di fuga asfaltati è probabilmente uno dei pochi elementi "moderni" che si possono criticare al circuito americano, dal punto di vista degli appassionati più "old style".

Per il resto, ricordiamo la presenza di due punti di azionamento del DRS, cioè sul rettilineo del vie e su quello opposto già citato. Dal punto di vista dei pneumatici, questo tracciato è un po' meno stressante di quello dello scorso GP (Suzuka) per cui la Pirelli è tornata a mescole più morbide: soft, supersoft e ultrasoft. Mentre dal punto di vista del set-up servono monoposto il più possibile bilanciate fra le esigenze di tenuta nelle sequenze di curve veloci e quindi di appoggio aerodinamico (anche nelle forti staccate), quelle di tenuta "meccanica" nelle curve più lente e infine buona velocità nei lunghi rettifili. È anche per questo che resta basilare avere una buona base di partenza ma anche lavorare al meglio nella messa a punto nel corso del weekend.

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