Formula 1 Bahrain, commissari di nuovo al lavoro

Formula 1 Bahrain, commissari di nuovo al lavoro© LAT Images

Analizziamo le decisioni della direzione di gara prese nello scorso GP a Sakhir, anche se quasi sempre non hanno infierito (tranne con Grosjean)

Maurizio Voltini

01.04.2019 ( Aggiornata il 01.04.2019 15:57 )

Dopo un GP a Melbourne in cui si è parlato di direzione gara quasi esclusivamente per la malaugurata dipartita di Charlie Whiting, nel weekend di Sakhir si è tornati ad avere un po' di "documenti decisionali" da parte del collegio. Ricordiamo che in questa occasione il direttore di gara è stato nuovamente l'apprezzato Michael Masi, affiancato da Garry Connelly, da José Abed e dal nostro Emanuele Pirro nel ruolo di "race stewards".

Si è iniziato già nelle prime prove libere: tra diversi piccoli fraintendimenti tra piloti, il più serio è stato quello che aveva portato al contatto tra Nico Hulkenberg e Antonio Giovinazzi. Si è comunque deciso per il "no further action" considerando da un lato l'involontarietà del pilota tedesco e dall'altro un eccesso di "fiducia" nel sorpasso da parte di quello italiano.

Quando invece si è trattato di decidere sull'ostruzione di Romain Grosjean a Lando Norris in Q1, i commissari non hanno fatto sconti: sebbene l'inglese fosse riuscito comunque a passare questa fase di qualifica e il francese avesse dimostrato la sua involontarietà, di essere stato in qualche modo intralciato da Sebastian Vettel che l'aveva appena superato e di non essere stato avvisato dal team (che peraltro non è un'attenuante, sposta solo la colpa alla squadra) gli è stata data la responsabilità di dover controllare la situazione se è costretto a rallentare più del normale. È stata valutata in 136 km/h la differenza di velocità in approccio dell'ultima curva tra lui e Norris, che ha dovuto frenare anche se Grosjean ha accelerato il prima possibile. Così sono stati comminati tre posti di arretramento in griglia (da 8° a 11°) e 1 punto di penalità: Romain ne ha collezionati 8 negli ultimi 12 mesi.

Sempre in qualifica, a Sebastian Vettel è stato imputato un eccesso di… lentezza in un giro di rientro ai box. I commissari hanno però accettato a scusante la motivazione che Seb aveva spiattellato le gomme nella staccata di curva 1 e quindi aveva fatto il giro lentamente a causa delle vibrazioni.

In gara abbiamo avuto diversi episodi all'attenzione del collegio giudicante. Dopo che il contatto che ha coinvolto al via Romain Grosjean e Lance Stroll non è stato nemmeno preso in considerazione (come incidente di gara in una fase concitata) il primo è stato l'urto, abbastanza violento e con danni consistenti alla McLaren, tra Carlos Sainz e Max Verstappen in curva 4, nel sorpasso per la quinta posizione. Tuttavia nessuno dei due è stato ritenuto più responsabile dell'altro nell'incidente, per cui non sono state date penalità. Un altro incidente di gara è stato tra Antonio Giovinazzi e Daniil Kvyat, stavolta in curva 11 e con danni minimi, ma anche in questo caso non sono state riscontrate responsabilità specifiche di un pilota sull'altro. Al russo della Toro Rosso, però, è stata data la penalità di 5 secondi per eccesso di velocità in pitlane al cambio gomme: 82,8 km/h anziché gli 80 consentiti.

Infine, l'ultimo episodio preso in considerazione dai commissari è stato un po' particolare e ha anche condizionato il finale di gara. Parliamo di quando, appena dopo aver completato il 53esimo giro, entrambe le Renault – un piccolo contatto tra di loro in precedenza non era stato nemmeno preso in considerazione – si sono ammutolite alla fine del rettilineo principale. In particolare, Daniel Ricciardo si è fermato nello spazio di fuga di curva 2 nelle vicinanze di una postazione di commissari. Nulla di problematico, se non che la luce dell'Ers ha continuato a lampeggiare rossa, indicando una situazione critica di carica elettrica. Il team ha così raccomandato all'australiano di uscire dalla macchina saltando e di non toccarla più per evitare scosse ("potential electrocution" hanno scritto i commissari) e per questo non ha rimesso a posto il volante.

Di conseguenza i commissari non avevano la possibilità di spostare la macchina a mano da una posizione pericolosa, e così il direttore di gara si è visto costretto a far entrare la safety car quando mancavano più di due giri alla conclusione. Una scelta che sul momento è stata criticata come eccessiva, ma che in realtà aveva il suo perché. In ogni caso le motivazioni che hanno portato Ricciardo ad agire in quel modo sono state ritenute più che giustificate, così dopo la consueta convocazione non è stato fatto nulla nei suoi confronti.

Un ultimo dettaglio, per chi ha avuto qualche dubbio in merito. La safety car è rientrata in pitlane subito prima che i piloti tagliassero il traguardo sotto la bandiera a scacchi, ma ciò non ha comportato alcunché. Si è infatti trattato di una mera "scelta estetica" per evitare la bruttura di un fine gara con la SC davanti al vincitore, ma di fatto si era ancora pienamente sotto neutralizzazione.


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