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Formula 1 Cina: un circuito da bilanciare, a Shanghai

Quello del millesimo GP è un tracciato che richiede monoposto omogenee e senza eccessi tra carico e scorrevolezza. In gara, rischio degrado gomme

Formula 1 Cina: un circuito da bilanciare, a Shanghai

Maurizio VoltiniMaurizio Voltini

13 apr 2019

Quello che ospita il 1000esimo Gran Premio della storia della Formula 1, in Cina, è un tracciato abbastanza impegnativo e non sempre di facile interpretazione. Infatti a rettilinei parecchio lunghi si affiancano curve lente "da trazione" ma anche con forti staccate, senza dimenticare la zona tortuosa e veloce tra le curve 7 e 10. Inoltre ci sono alcune curve molto lunghe e a raggio variabile che vanno a sforzare parecchio la gomma anteriore sinistra, come i due "gruppi a spirale" 1-4 e 11-13. Insomma, non è facile bilanciare una monoposto tra le esigenze di basso drag in allungo e quelle di maggior carico possibile in altri tratti. Il tutto considerando sempre che il grip meccanico non è secondario rispetto a quello aerodinamico, per cui c'è da amalgamare il tutto al meglio possibile senza eccedere in un senso o nell'altro.

Anche quest'anno sul Shanghai International Circuit troviamo due zone di apertura dell'ala mobile (DRS): il rettilineo di partenza e quello precedente tra le curve 13 e 14. Allo stesso modo, nessun'altra modifica è stata apportata al tracciato di 5.451 metri (che in gara verranno percorsi per 56 volte) rispetto allo scorso anno, salvo le normali operazioni di manutenzione.

Per quanto riguarda le mescole portate dalla Pirelli, sono quelle intermedie in gamma: C2, C3 e C4 identificate rispettivamente come hard bianche, medie gialle e soft rosse. Rispetto alle caratteristiche di questa pista, che stressa abbastanza le gomme, si tratta comunque di una scelta piuttosto forte nel senso della sofficità: le soft con cui alcuni partiranno avendole usate in qualifica, sono a forte rischio di degrado in pochi giri. È il motivo per cui i primi cinque sullo schieramento hanno deciso di partire con le Pirelli medie, avendole adottate in Q2. Oltretutto le mescole più dure sono parse molto buone come rendimento alla distanza, pur se il divario sul giro "secco" resta considerevole.

Per quanto riguarda le relative strategie da impostare in gara, secondo i tecnici Pirelli la più veloce sarebbe di iniziare con le soft e passare alle hard dopo 18 giri. Ma, come abbiamo detto, molti non si sono fidati delle soft e sono così passati alla seconda strategia più veloce (in teoria): medie per 19 giri e quindi hard fino al traguardo. Possibile anche adottare due soste, ma con minore velocità complessiva stimata, con due stint di soft da 15 giri e quindi hard fino alla fine. Resta in ogni caso la possibilità che ogni team decida per differenti "mix" e che ci si debba adattare prontamente a svariate situazioni come per esempio eventuali safety car. Non secondaria nemmeno l'influenza delle temperature ambientali, che in questa zona sono sempre piuttosto variabili.

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