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Vettel, GP di Germania: 'Voglio vincere ma sono realista'

Sebastian commenta il feeling con la SF90, la strada giusta imboccata nello sviluppo, però,  realismo impone una Mercedes favorita e, rispetto al 2018, riconosce come questa Ferrari sia in una condizione peggiore per inseguire il successo

Vettel, GP di Germania: 'Voglio vincere ma sono realista'
© sutton-images.com

Fabiano PolimeniFabiano Polimeni

25 lug 2019

È anzitutto una questione di sensazioni da trovare, una Ferrari SF90 da sentire esattamente come vorrebbe Sebastian Vettel.

A Hockenheim arriva con il peso dell’errore commesso a Silverstone e della prestazione sottotono in qualifica. Leclerc volava, Seb a soffrire più del prevedibile. Alla vigilia del GP di Germania torna sul tema di una macchina che non  risponde secondo le sue necessità di guida e spiega: “Ci sono state occasioni nelle quali le cose andavano molto bene e altre in cui sono state più difficili. È normale nell’arco di una stagione, in alcuni casi la macchina ti dà sensazioni più piacevoli altre meno.

Dopo le prime gare abbiamo avuto un quadro chiaro su ciò che ci mancava, rispetto alle prestazioni viste nei test. Ovviamente non siamo competitivi come ci piacerebbe, tutto sommato la comprensione e la direzione presa sono quelle giuste”.

SFIDA RED BULL? CONTA SOLO MERCEDES

Una direzione che, però, vede il “traguardo” di un progetto vincente e stabilmente competitivo ancora lontano. Tanto da portare una minaccia Red Bull assolutamente concreta per il ruolo di sfidante Mercedes.

Sui valori, chiari, Sebastian commenta: “Mercedes ha un vantaggio su tutti, è piuttosto chiaro. Un po’ come gli anni precedenti sembrano faticare su piste dove usura e degrado delle gomme sono più alti, l’abbiamo visto in Austria, ma dal punto di vista della velocità pura sono il punto di riferimento.

Tra noi e Red Bull la battaglia è stata a volte più ravvicinata altre meno, ma non è quello il nostro obiettivo, è lottare per le vittorie e devi essere sul livello o meglio delle Mercedes.

Un obiettivo sfuggito lo scorso anno, correre con una macchina che fosse vincente per 21 gran premi. Il dato principale di una mancata sfida al titolo, secondo Seb. Poi tanti, troppi errori.

REALISMO HOCKENHEIM: FERRARI NON È FAVORITA

Sul week end in arrivo non si sbilancia, “È sempre speciale correre nel tuo Paese, l’anno scorso sono arrivato molto vicino a vincere, vedremo quest’anno. Alla vigilia siamo in una posizione di partenza un po’ peggiore, ma in alcune gare recenti abbiamo visto di essere molto forti.

Dovrebbe fare molto caldo, poi rinfrescare, vedremo come andrà. Voglio vincere è sicuro, però bisogna essere realisti, arrivando qui non credo d’essere il favorito con la Ferrari. Abbiamo un’opportunità, questo è il senso del gareggiare, scopriremo durante il week end se potremo centrare l’obiettivo”.

MOTIVAZIONI DI SEMPRE, FUTURO INCERTO

Sul proprio futuro Vettel è stato chiaro in diverse occasioni. Continuare dopo il 2020 dipenderà dalla Formula 1 che si troverà davanti, dai risultati che arriveranno e dall’obiettivo ultimo, riportare il mondiale a Maranello.

Esclude, al momento, di poter continuare lontano dalla Ferrari, e spiega: “Non so quanto resterò in F1. Adoro gareggiare, la F1 offre le macchine più veloci che esistano e la gioia che provo nel guidarle è invariata, è quella di sempre.

La motivazione è molto alta, quella di centrare l‘obiettivo prefissato con Ferrari. Sono i due aspetti che dettano o detteranno se resterò in F1 per molto tempo o no”.

Motivazione invariata, pressione supplementare a minarne le prestazioni? Dover riportare il titolo in Ferrari “non è un fardello, è un privilegio poter correre per la Ferrari, il mio obiettivo e del team è quello di tornare a vincere, se ci riusciremo poi ci sono molte più chance di tornare a vincere il campionato una volta che riesci a vincere in modo costante. L’annata non è andata come volevamo ma si sta evolvendo nella giusta direzione.

La F1 è un mondo nel quale la gente non è molto lungimirante, è anche giusto. Anche se le cose sembrano essersi messe bene ci manca l’ultimo passo ed è il più importante”.

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