GP Italia F1, analisi gara: la fatica di un campione

GP Italia F1, analisi gara: la fatica di un campione© LAT Images

Gara molto tirata quella che vede Leclerc controllare fino alla fine il duo Mercedes grazie alla velocità in rettilineo della SF90. Buona anche la strategia del team

Maurizio Voltini

08.09.2019 19:42

Il secondo successo consecutivo dopo quello di Spa certifica – ammesso ce ne fosse bisogno – il valore di Charles Leclerc. A Monza ha guidato una gara particolarmente "tirata" e faticosa tenendo sotto controllo prima Lewis Hamilton e poi Valtteri Bottas, il cui fiato sul collo non rassicura nessuno. Anche le sbavature di cui sono stati autori questi protagonisti (soprattutto nell'affrontare la prima variante) testimoniano quanto siano stati al limite per tutti i 53 giri di gara.

Un momento topico è stato il via, quando Hamilton è scattato bene, ma già in quel momento si è visto come la Ferrari SF90 riuscisse ad allungare in velocità, fattore che è stato decisivo anche in seguito, permettendo a Leclerc di inserirsi per primo in chicane. Altra fase "calda" alla Roggia, dopo un errore di Charles, che resiste in staccata allargando Lewis sul cordolo, tanto da costringerlo ad andare dritto: bandiera bianco/nera per questa manovra difensiva di Leclerc. Bene poi anche la scelta di passare dalle soft alle hard, quando invece le Mercedes hanno optato per le medie, che alla fine hanno dato un certo degrado.

In partenza Hamilton è rimasto un po' bloccato alla prima staccata, prestando il fianco sinistro a Bottas, che è anche riuscito a sopravanzare completamente il compagno di squadra. Però il finlandese non ha voluto rischiare nella controcurva, lasciando spazio all'inglese per riaccelerare meglio in uscita. Poi un errore di Lewis alla prima staccata del 42esimo giro permette a Valtteri (che si era rifatto sotto) di accodarsi a Charles. Ma negli ultimi 10 giri il pilota Ferrari non commette errori significativi, al contrario di Bottas che ne fa un paio, e così le posizioni restano invariate. Mentre Hamilton, con le gomme finite e ormai fuori gioco, passa alle soft ottenendo il punto del giro veloce in gara.

Come dicevamo, le continue sbavature e correzioni, quando non "lunghi" più o meno leggeri dei piloti finiti a podio, hanno dato il polso di una gara sempre su ritmi elevati. Purtroppo nel cercare di rifarsi sotto, dopo aver dovuto recuperare su Hulkenberg che l'aveva passato al via e proprio per il passo dei primi, Sebastian Vettel è incorso in un erroraccio all'ingresso dell'Ascari che l'ha mandato in testacoda. Nel ritornare in pista ha poi avuto un problema di antistallo e frizione (olre che di visibilità) che l'ha distratto e mandato a incrociare la traiettoria con Lance Stroll che sopraggiungeva.

Il canadese è passato con le ruote sull'ala davanti di Seb, finendo poi in testacoda. Parallelamente, anche Stroll nel ripartire taglia la strada a Pierre Gasly che finisce nella ghiaia, riuscendo comunque a proseguire. Pesante la sanzione per Vettel, dopo che già si era dovuto fermare a cambiare ala e musetto anteriori: 10 secondi di stop&go e 3 punti licenza. Più morbida quella per Stroll: semplice drive-through, più 2 punti. Ha pesato la diversa modalità in cui si è arrivati all'infrazione, e il fatto che nel primo caso ci sia stato contatto tra le vetture e nel secondo invece no. In ogni caso adesso a Vettel rimangono solo 3 punti sui 12 disponibili, e soprattutto la gara è "andata": non riuscirà a finire più di 13°, alle spalle proprio di Stroll.

In tutto questo, la Renault coglie un risultato quasi storico, per come sono andate le cose da quando ha rilevato la Lotus: Daniel Ricciardo e Nico Hulkenberg concretizzano quanto mostrato anche in qualifica con preziosi 4° e 5° posto finali. I nuovi motori "battezzati" (ma non montati) a Spa hanno dimostrato che ha ragione l'australiano a dire che i problemi di scarsa potenza sono roba del passato, anche se certamente non sono ancora pari alle power unit Mercedes.

Alex Albon conclude con un 6° posto buono ma non spettacolare (bel duello iniziale con Sainz, anche se ci ha rimesso due posizioni) davanti a un Sergio Perez che invece contiene fino all'ultimo Max Verstappen. I due sono risaliti alla grande dalla 18ª e 19ª posizione di partenza, dopo i problemi in qualifica, e pensiamo non ci sia bisogno di rimarcare la diversa consistenza delle rispettive monoposto. Sull'olandese va rilevata peraltro la necessità di rientrare subito ai box al primo giro per sostituire l'ala davanti danneggiata al via. Peggio va a Carlos Sainz, costretto al ritiro per una ruota fissata male mentre viaggiava bene al 6° posto; per l'unsafe release, la McLaren è stata multata di 5.000 euro. Poco dopo tocca anche a Daniil Kvyat che ne aveva rilevato la posizione, nel suo caso per un'avaria tecnica.

Stavolta Antonio Giovinazzi non commette errori finali e porta a casa e in casa un ottimo risultato, 9° al traguardo, evitando di strafare contro Albon, Perez e Verstappen (ammesso fosse possibile contrastarli): un riscontro che "spezza" la situazione e fa sperare ancor meglio per il futuro. Il tutto tenendo a distanza di sicurezza Lando Norris, ultimo a punti appena davanti a Pierre Gasly. Più indietro George Russell arriva 14° (non poco quando guidi una Williams) quando Robert Kubica finisce 17°. Quindicesimo posto per Kimi Raikkonen, la cui gara è stata condizionata non solo dalla partenza dalla pitlane, ma anche dall'essere partito con gomme diverse da quelle utilizzate in Q2: a quanto pare la violazione del regime di parco chiuso non concede anche questa libertà. Male invece le Haas: Romain Grosjean conclude solo 16°, mentre Kevin Magnussen termina ai box per problemi idraulici una gara che già lo vedeva retrocedere dopo essere riuscito a conquistare l'8° posto nei primi giri.


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