GP Abu Dhabi F1, analisi prove: effetto power unit fresche

GP Abu Dhabi F1, analisi prove: effetto power unit fresche© sutton-images.com

Bottas domina le prove del venerdì in un weekend condizionato dalla sostituzione del motore. Una situazione che fa riflettere su certe imposizioni

Maurizio Voltini

29 novembre 2019

A un Lewis Hamilton che si lamenta in diretta radio di avere un motore "fiacco" (anche se poi pare sia stata colpa di un sensore) si contrappone un Valtteri Bottas che "vola" nelle prove di Yas Marina del venerdì, dopo la sostituzione di motore termico, turbo e Mgu-H. Il finlandese "pagherà" questo vantaggio con la partenza dal fondo dello schieramento, in gara. Tuttavia la velocità del finlandese (che certo non è "lento", beninteso) è qualcosa che già ora fa riflettere – viste anche le prestazioni delle macchine motorizzate Honda e di Leclerc in Brasile – sul significato di certe imposizioni (nello specifico, le 3 power unit a stagione) forse un po' troppo stringenti. Tanto da far pensare se non sia il caso di anticipare una sostituzione "in penalità" prima delle ultime gare, che comunque vengono condizionate dalle differenti situazioni.

In ogni caso Bottas ha tenuto tutti a 3 decimi anche in FP2, quelle più indicative per qualifiche e gara, dato che a Yas Marina si corre di sera con pari orario, risultando il più veloce anche nei long run su gomme medie. Chi segue più da vicino è il compagno di squadra, a completare una prima fila virtuale tutta per Mercedes. Le Ferrari seguono dopo aver mostrato qualche problema di tenuta di strada: prima Sebastian Vettel in FP1 e poi Charles Leclerc in FP2 hanno "baciato" le barriere di curva 19 (seppur in modi diversi) con il tedesco che ci ha rimesso anche un cambio "del venerdì" (quindi nessuna penalità per la sostituzione). I due sono separati da soli 49 millesimi e Leclerc è stato piuttosto veloce nei long run su hard.

Non lontane le Red Bull, soprattutto con Max Verstappen, mentre Alex Albon è più staccato. Va però ricordato che questa è la sua prima presa di contatto con un circuito non facile, come hanno dimostrato vari errori da tanti piloti e non solo in curva 19, dove si è pure girato Antonio Giovinazzi ma senza toccare le barriere. Tre interruzioni con bandiere rosse hanno caratterizzato la giornata: oltre a quella per Vettel, anche una per la rottura di Daniel Ricciardo in FP1 (inondando d'olio la pista ma anche Pierre Gasly che seguiva) nonché quella per l'incidente tra Valtteri Bottas e Romain Grosjean, con il finlandese entrato "dentro" il francese un po' troppo fiduciosamente in curva 11, nel corso del long run. Entrambi finiscono in testacoda con le macchine danneggiate nell'urto, riuscendo comunque a rientrare ai box da soli, e Valtteri se la caverà con una reprimenda (la prima di questa stagione).

Romain Grosjean è risultato peraltro il più veloce tra i piloti che non guidano per i tre top team, a precedere di pochissimo un altrettanto positivo Sergio Perez. Peccato però che l'incidente abbia rovinato le nuove componenti aerodinamiche che gli hanno permesso questa prestazione. Più distanti nelle simulazioni di qualifica i rispettivi team-mate, più in evidenza in altri momenti, con Lance Stroll 13° e Kevin Magnussen subito dietro. Ottimo riscontro di squadra invece per Toro Rosso, con Daniil Kvyat in particolare (9° a 14 ms da Perez) e Pierre Gasly anche lui in top ten. Dalla quale sono appena fuori le McLaren, con Carlos Sainz a precedere Lando Norris giusto di 84 millesimi.

All'attesa di una riscossa dopo un non ottimale riscontro nelle simulazioni di qualifica, sono piuttosto le Renault e le Alfa Romeo (per le Williams non stiamo nemmeno a ripeterlo) con i rispettivi piloti allineati a coppie alla fine della lista dei giri veloci odierni e con distacchi dal vertice che solo per Nico Hulkenberg non sono superiori ai 2 secondi. Seguono dunque nell'ordine Daniel Ricciardo, Kimi Raikkonen, Antonio Giovinazzi (a 49 ms), George Russell (peraltro indisposto, ma non dovrebbe rinunciare) e Robert Kubica. Per loro resta un'ultima ora di prove libere per recuperare (in merito Kimi e Antonio sono abbastanza tranquilli e fiduciosi) fermo restando che la prova della verità sarà (per tutti) quella delle qualifiche.


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