Badoer sull'incidente di Schumi: "Un dramma che fa male quando ci penso"

Badoer sull'incidente di Schumi: "Un dramma che fa male quando ci penso"

L'ex collaudatore della Ferrari in un'intervista ha raccontato il suo rapporto con Schumacher, dal primo incontro alle vacanze insieme

29.12.2020 ( Aggiornata il 29.12.2020 16:39 )

La vita di Luca Badoer e quella di Michael Schumacher sono legate a doppio filo, sia da un punto di vista professionale sia da un punto di vista umano. I due hanno condiviso ore ed ore di test, briefing e tutto le altre sfaccettature del mestiere di pilota, anche se in vesti diverse, ma soprattutto hanno cementato negli anni Ferrari un'amicizia estesa alle rispettive famiglie che prosegue anche oggi.

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L'incontro in Benetton

Badoer, collaudatore dal 1998 al 2010 della Ferrari, è uno dei pochi che oggi ha accesso alla casa di Schumacher. Intervistato dal quotidiano Libero, Luca ha parlato di Schumi, a cominciare dal primo incontro: "Eravamo a fine 1992, avevo parlato con la McLaren dopo la vittoria nell'ex Formula 3000 per diventare un loro pilota. Poi scelsi di fare delle prove con la Benetton a Silverstone dati i tentennamenti della scuderia di Woking ed in Inghilterra conobbi Michael (il quale era appunto un pilota titolare della Benetton). Poi abbiamo approfondito la nostra conoscenza nel '98 quando sono diventato collaudatore Ferrari. Andavamo in auto alla pista di Fiorano, dove alla galleria del vento venne fatta la presentazione della F300. Da lì è nato un rapporto di amicizia, fiducia e fratellanza".

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Tutti in vacanza

Questo rapporto dura anche oggi, e si è intensificato negli anni. La famiglia Badoer, composta oltre che da Luca anche da Alice Terzi, la moglie, ed i figli Brando (14enne che si sta impegnando per diventare anche lui pilota) e Rocco, negli anni infatti ha fatto vacanze insieme alla famiglia Schumacher: "Si pensa che la F1 sia come una bolla dalla quale una volta fuori ognuno va per la sua strada. Ma con Michael e Corinna abbiamo fatto vacanze insieme a mia moglie ed ai miei due figli. Noi andavamo a Ginevra, loro venivano a Montebelluna (in provincia di Treviso, dove Luca è nato). E ricordo anche il giorno del battesimo di Brando. Schumi è il suo padrino, lo ha tenuto in braccio durante il battesimo nell'aprile del 2007. Brando lo adora, è il suo idolo del passato e sogna di diventare pilota della Ferrari che Michael ha guidato per una vita. Ogni volta che Michael veniva, portava Mick che giocava con i miei figli".

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Mick in visita a Fiorano


Inevitabile, dunque, esprimere un giudizio su Mick, prossimo al debutto in F1: "Mick è come un figlio per me, spero si faccia valere in Haas e non posso che essere felice nel vederlo realizzare i suoi sogni. Ho un ricordo, penso lui avesse 5 o 6 anni e noi stavamo provando in pista a Fiorano. Schumi aveva portato Mick con sé e lui ad un certo punto si avvicinò ad un motorino, salendoci sopra. Io capii che voleva farci un giro e me lo misi in braccio pronto per esaudire il suo desiderio. Ho ancora impressa la faccia di Michael quando uscii dal box: mi lanciò un'occhiata preoccupata come a dire 'Stai attento' ".

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Un ricordo di Michael

Lo scrigno dei ricordi con Michael per Badoer è pieno, ma uno in particolare secondo lui merita di essere rivissuto: " Quella volta che festeggiammo in Giappone la sera della gara che gli portò il primo titolo piloti in Ferrari, ricordo che al lato del circuito c'erano l'hotel ed il luna park. Con tutto il team abbiamo passato la serata al karaoke cantando anche 'We Are the Champions' dei Queen. Ho i brividi se ripenso a quei momenti".

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Un combattente

Brividi pensando anche a quanto accaduto esattamente 7 anni fa: "Un dramma che mi fa male quando ci penso. Ma per rispetto di Schumi e di tutta la sua famiglia, non ho rivelato ne dirò una sola parola delle sue condizioni. Solo io, Todt e pochi altri intimi lo andiamo a trovare. Michael si è sempre allenato duramente, è stato un bene che il suo fisico abbia resistito. Quando provavamo nei test a Mugello e a Monza, durante la pausa si allenava nella palestra Technogym o prendeva la bicicletta e pedalava tra le colline. Michael è Michael, è un combattente e spero possa rimettersi presto".

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