Sebbene quest'anno la Red Bull tra macchina e motore abbia dimostrato di non avere niente da invidiare ai campioni in carica, la squadra di Milton Keynes a Monza non va a podio dal 2013, motivo per cui il GP d'Italia si profila come una bella occasione per la Mercedes
Facile dire "basta andare forte sul dritto". Monza non è così, Monza non è solo questa. E' molto di più, per una pista che resta una sfida molto più ardua di quanto il disegno del tracciato possa far pensare. Staccare al limite e gestire una macchina "leggera" è tutt'altro che un compito semplice per i piloti, ai quali, da parte degli ingegneri, viene messa in mano una macchina con parecchie criticità. Le caratteristiche del circuito impongono una monoposto a bassissimo drag, un aspetto che fa guadagnare terreno in rettilineo ma che complica la vita al pilota nelle curve, nelle quali si ritrovano per le mani una vettura molto più instabile del solito, specie al posteriore. Monza è una pista "rear limited", dove serve un piede dolce ma deciso in trazione, sia per guadagnare tempo che per salvare delle gomme posteriori che al GP d'Italia soffrono spesso, anche se una sosta sulla carta basta e avanza (Pirelli porterà le tre mescole intermedie, ovvero C2, C3 e C4). Nelle uscite dalla Prima Variante e dalla Roggia non è facile scaricare a terra tutta la potenza nel modo più lineare possibile, e non è affatto facile, in gara, seguire chi precede: con una vettura a così basso carico, le turbolenze danno molto fastidio, ed ecco perché a Monza, nonostante i lunghissimi rettilinei, sorpassare non è poi la cosa più facile del mondo. Per superare serve uscire bene, agganciarsi alla scia e, soprattutto, arrivare al duello con la giusta dose di ricarica nelle batterie, altro aspetto di vitale importanza a Monza nell'era dell'ibrido. La gestione dell'energia supplementare è un grattacapo non da poco per i motoristi, che devono fornire una mappatura in grado di mantenere sempre una certa riserva ed evitare il clipping, ovvero il calo di velocità di punta a fine rettifilo quando l'energia immagazzinata si esaurisce. E attenzione all'aspetto meccanico, ancor più importante dal momento che l'aerodinamica "aiuta" meno: le giuste regolazioni tra molle, sospensioni e quant'altro è fondamentale per fornire ai piloti una vettura capace di aggredire i cordoli senza paura, fattore determinante per fare il tempo in Lombardia.
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