La Red Bull tra pista e commissari vive un fine settimana complicato e non ha armi per fermare la cavalcata solitaria di Hamilton, che ricuce ancora il distacco in classifica; applausi per Alonso e l'Alpine mentre la Ferrari soffre ma guadagna ancora sulla McLaren nella cornice del Qatar
Pure stavolta, come in Brasile, poteva andare peggio. Tra Interlagos e Losail il potenziale Mercedes era da doppietta, lui invece in entrambi i casi si è preso la piazza d'onore e nel caso del Qatar pure il giro veloce, utile a mantenersi a +8 nei confronti di Lewis Hamilton. A Max Verstappen non si può dire niente dopo il fine settimana qatariota, anche se dopo le qualifiche le battute su miopia e daltonismo si sono sprecate: possibile che venga sempre beccato con le mani nella marmellata quando in qualifica c'è una bandiera gialla? Lui ha fatto il permaloso, dicendo che forse è “per via della mia faccia”. Ma ha anche detto che la sanzione se l'aspettava eccome, quindi ecco perché nonostante un'ufficialità arrivata solo poche ore prima del via lui è sceso in pista già molto consapevole di ciò che lo aspettava. La partenza ed i primi cinque giri sono stati da applausi, con la furia degna di chi questo mondiale lo vuole e lo merita pure, ma forse anche con quella smania di attaccare appartenente a chi sa che c'è ben poco da fare. L'unico rimpianto può essere questo, non aver dato ad Hamilton la minima preoccupazione: la partenza sarebbe stato l'unico modo di mettere i bastoni tra le ruote a Lewis, l'unica occasione per scompigliare le carte di un GP del Qatar altrimenti molto più lineare (come poi è stato). Essere partito dalla quarta fila, invece, ha spalancato all'inglese le porte del paradiso: pure Hammer ha ammesso che la pressione, su di lui, è calata una volta scoperto della penalità a Max. A quel punto, per la prima volta nel fine settimana, la Red Bull è andata all'attacco: ma un attacco comunque relativo, impossibilitata a prendere la prima posizione. Il weekend dei bibitari, del resto, è stato tutt'altro che rilassante: giovedì c'è stata la questione del riesame dell'episodio di Interlagos, venerdì e sabato mattina quella di un flap superiore che non ne voleva sapere di stare fermo a Drs aperto, domenica mattina la convocazione (con penalità) per non aver rallentato con doppia bandiera gialla il giorno prima e nel dopo gara Horner si è beccato una ramanzina per aver usato parole e toni troppo forti nei confronti della Federazione. Insomma, un fine settimana ad alto tasso di stress: ed esserne usciti con ancora 8 punti di vantaggio nella classifica Piloti e con 6 punti recuperati nel Costruttori va già benone.
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