GP Bahrain, l'anteprima: tra pazienza e curiosità

GP Bahrain, l'anteprima: tra pazienza e curiosità© Getty Images

La voglia di avere certezze è spasmodica, ma la prima gara non potrà dire tutto: occorrerà portare pazienza per scoprire i reali valori delle F1 2022

17.03.2022 ( Aggiornata il 17.03.2022 14:05 )

Il fascino dell'ignoto, la vertigine di un tuffo da fare verso un buco nero nel quale non sai cosa trovare. La vigilia del mondiale della F1 2022 parla di mezze verità, non di certezze. E con un campionato tutto da scoprire alle porte, la prima gara è sempre un appuntamento ad alto tasso di adrenalina. Senza dimenticare che "chi ben comincia è a metà dell'opera" è un detto buono solo per altri ambiti. Non certo per una Formula 1 all'alba di un ciclo tecnico completamente nuovo.

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Un po' di pazienza

La parola d'ordine sarà "sviluppo". Non è detto che chi starà davanti in Bahrain lo sarà necessariamente alla fine dell'anno. La curva di apprendimento è decisamente elevata, il potenziale è enorme ma al tempo stesso può essere facile perdersi nel far "crescere" vetture ancora tutte da scoprire. A maggior ragione, chi è messo bene adesso farebbe bene ad approfittarne, capitalizzando un potenziale che non è detto resterà invariato. Senza dimenticare che per avere un quadro generale più stabile servirà avere la pazienza di qualche GP, anche perché due delle prime tre gare saranno su circuiti atipici: dopo Sakhir arrivano Arabia Saudita e Melbourne, non esattamente due cartine tornasole. E un'altra cosa da tenere sempre a mente sarà quella della precarietà dei rapporti di forza: un po' perché lo sviluppo costante potrà mutare continuamente l'ordine delle prestazioni, un po' perché con le nuove F1 potrebbe anche essere più facile vedere alternanza di valori in base al tipo di pista sulla quale si correrà, in maniera più marcata rispetto al recente passato.

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Motore, aerodinamica, meccanica: tutto da ottimizzare

Dal Golfo Persico qualche indizio arriverà, e per certi versi anche molto preciso su determinati aspetti, sebbene convenga rifuggire la presunzione di avere certezze assolute in tasca dopo la gara di Sakhir. Quella bahrainita è una pista con quattro lunghi rettilinei ed un settore centrale un po' più guidato, ottimo quindi per una verifica delle power unit, sia dal punto di vista prestazionale che affidabilistico, per l'efficienza delle vetture ed anche per valutare il comportamento in trazione delle varie monoposto. Senza dimenticare questo: per adesso le squadre hanno lavorato cercando di comprendere le monoposto in maniera totale, provando a scoprirne ogni segreto nel comportamento, nelle regolazioni da fare eccetera. Solo da venerdì comincerà la preparazione vera e propria al GP, mirata esclusivamente a trovare i giusti assetti per il GP del Bahrain. Per cui, dalle FP1 inizierà il lavoro tipico dei fine settimana di gara: occorrerà trovare gli assetti giusti e capire bene il funzionamento delle gomme (che saranno di mescola C1, C2 e C3 a Sakhir), facendole durare in gara. Dunque, un lavoro molto diverso rispetto a quello dei test.

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Da un punto di vista aerodinamico il "gioco" sarà lo stesso di sempre, con vetture con un carico medio-basso di partenza per affrontare gli allunghi di Sakhir da regolare una volta in pista, ma con la grande incognita del porpoising: tutte le squadre riusciranno a non soffrirne più sin dalla prima gara? E poi l'aspetto meccanico: ci sono criticità anche in questo senso, perché tendenzialmente queste F1 sono più rigide, la frenata è diversa e con gomme così differenti le regolazioni sono da reinventare. A maggior ragione dopo un cambio di filosofia costruttiva: in quattro hanno scelto il push-rod al posteriore, mentre davanti solo due macchine hanno il pull-rod. Per ottimizzare il tutto a livello meccanico ci vorrà un po' di tempo, indipendentemente dalla scelta delle sospensioni: queste monoposto sono più pesanti e più propense al bloccaggio in fase di frenata, un aspetto critico che in Bahrain potrebbe addirittura essere decisivo.

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Griglia da scoprire

Fare una griglia di partenza è come tirare i dadi, difficile azzeccare l'ordine preciso. Dalle informazioni dei test si possono fare solo ipotesi, con probabilità maggiori o minori di dire la cosa giusta: mettere Red Bull, Ferrari e Mercedes, non necessariamente in quest'ordine, davanti a tutti al momento è l'ipotesi più plausibile ed anche la più scontata. La RB18 ha dimostrato doti in trazione eccellenti (ed in Bahrain questo aspetto è fondamentale), la F1-75, regina del chilometraggio nelle prove invernali, è parsa una monoposto completa, sincera nelle risposte, sia come guidabilità che come interventi nella messa a punto, e parte con una buona dose di fiducia; la W13 invece tra le tre è parsa la più in difficoltà da un punto di vista della guidabilità, ma questo non significa che non abbia un potenziale enorme. Con l'assetto giusto, la Frecce d'Argento sarà temibilissima. Dietro a queste tre, si può dire tutto ed il contrario di tutto: la McLaren ha fatto un passo indietro rispetto alla Spagna, almeno dal punto di vista dell'affidabilità; la Aston Martin non ha avuto lampi, l'Alpine ha sofferto, AlphaTauri ha avuto una consistenza notevole. E' come un mazzo di carte sparse sul tavolo senza ordine: bisogna solo vedere chi pescherà l'asso.

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