GP Arabia Saudita, l'anteprima: riscossa Red Bull o conferma Ferrari?

GP Arabia Saudita, l'anteprima: riscossa Red Bull o conferma Ferrari?© Getty Images

A Jeddah, sul cittadino più veloce del calendario, Red Bull e Ferrari hanno entrambe elementi a favore per puntare al successo; defilata invece la Mercedes, costretta a correre in difesa fino a quando la W13 non avrà risolto i suoi mali

24.03.2022 ( Aggiornata il 24.03.2022 15:06 )

Rosso di sera, in un bel Mondiale si spera. Le parole escono da sole, l'entusiasmo è contagiante e dilaga in vista della seconda tappa del campionato, per certi versi più attesa della prima. Un inizio così può solo impennare l'asticella delle aspettative, in linea con delle ambizioni iridate che la Ferrari ha legittimato dopo una prima, storica doppietta nella corsa inaugurale.

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Ferrari vuole sfruttare il momento

Adesso occorre fare i pompieri per non far divampare l'entusiasmo, per ricordare che la stagione è appena iniziata. Ci sono all'orizzonte altre piste, altre prove da fare per avere la matematica certezza che la F1-75 sia da mondiale. Tutto fa pensare lo sia, ma calma e gesso. Le incognite sono tante, legate ad aspetti differenti: tipo di pista appunto, ma anche sviluppi e stato di forma degli avversari. Sulle prime due la Rossa può fare qualcosa, non sulla terza: ed è lecito pensare che Red Bull e Mercedes, prima o poi, saranno pronte per il contrattacco. Sin dall'Arabia Saudita? Difficilissimo per la Mercedes, più alla portata per la Red Bull. Ma entrambe hanno avuto qualche intoppo e qualche preoccupazione con cui dover fare i conti, con il dubbio che possa essere così anche a Jeddah: e per la Ferrari sarebbe proprio il caso di approfittarne. Ma guai ai facili entusiasmi.

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Il cittadino più veloce in calendario

Da un punto di vista strettamente tecnico, la gara in Arabia Saudita ha poco a che vedere con quella del Bahrain, se non per il fatto che si corra in notturna. Dunque con una differenza di orario, leggasi di condizioni, tra le prime sessioni della giornata e le ultime. E' lo stesso discorso fatto pari pari a dicembre, nella prima assoluta a Jeddah, e vale anche quest'anno. L'evoluzione della pista sarà costante, da qui l'esigenza di saper interpretare ogni mutamento dell'asfalto e magari addirittura di prevederlo operando di conseguenza su messa a punto e gestione delle gomme. Il circuito, di per sé, è tutta un'altra cosa rispetto al Bahrain: a Sakhir era critica soprattutto la gestione delle posteriori, mentre in Arabia Saudita sono pochissime le curve lente dove conta la trazione; a parte curva 1-2 e l'ultima, poi tutte le altre sono curve piuttosto veloci. Ricordiamo infatti che sebbene quello arabo sia il circuito con il numero di curve più elevato in calendario (ben 27) ed il secondo più lungo dopo Spa, in realtà si tratta di una pista molto veloce, ed è il cittadino più rapido sul quale abbia mai corso la F1: le frenate vere sono poche (ma comunque impegnative), la pista la si affronta con medie orarie molto elevate e per le alte velocità in curva sono le gomme anteriori a ricevere gli sforzi maggiori. Evidente come su un tracciato del genere, l'impostazione delle vetture dal punto di vista del set-up sia piuttosto particolare, e come l'anno scorso gli ingegneri cercheranno di districarsi in un equilibrio molto sottile tra percorrenza, tenuta e velocità di punta.

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Ferrari fiduciosa, Red Bull tra ambizioni e preoccupazioni

In queste condizioni, viene alla mente l'importanza del lavoro al simulatore, un'arma nuova per la Ferrari, che dopo tanta attesa ha potuto accogliere il nuovo impianto. I frutti, al momento, sembra siano buoni, e molto importante il simulatore lo sarà per Jeddah. Per quanto visto in Bahrain, Mercedes pare partire indietro, anche perché sono proprio le curve veloci quelle in cui ha sofferto di più, ed in attesa di risolvere definitivamente il porpoising dovrà giocare in difesa. La Red Bull ha dimostrato di poter scaricare molto le ali grazie ad un corpo vettura che genera molto carico (e per questo motivo potrebbe essere molto forte a Jeddah), confermando l'efficienza aerodinamica come uno dei punti di forza del progetto 2022, ma per contro dovrà tenere ben presente i problemi avuti sulle Pu: facile ipotizzare che tutti i motori ex Honda correranno ad un regime più contenuto per garantirsi in primis l'affidabilità. La Ferrari invece può capitalizzare, approfittando dei grattacapi altrui: il motore ha dato potenza in abbondanza, soprattutto ai bassi regimi, e la macchina da un punto di vista meccanico è stata ottima, concedendo alla squadra una larga forbice di intervento anche dal punto di vista aerodinamico, dal momento che pure la F1-75 è sembrata garantire una buona quantità di deportanza.

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Ipotesi pazzo GP

L'edizione 2021 è stata folle, con tanti episodi controversi. In generale Jeddah pare proprio offrirsi come occasione buona per vedere una corsa tutt'altro che lineare. Gli aspetti tecnici c'entrano solo fino ad un certo punto: usura e degrado sono contenuti, si può sorpassare e si è intervenuti con migliorie lungo la pista per aumentare la scarsa, e criticata, sicurezza della pista, con un allargamento di curva 27, l'ultima, oltre a varie modifiche lungo i 6174 metri del circuito arabo. La conformazione e la tipologia della pista che si affaccia sul Mar Rosso hanno tutto per dar vita a gare pazze, tra incidenti ed interventi della safety car. Un qualcosa che nasconde un'occasione per tutti, alla seconda gara di un campionato ancora tutto da scoprire. Insomma, occhio alle sorprese.

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