GP Spagna: i 5 temi del fine settimana

GP Spagna: i 5 temi del fine settimana© Getty Images

Verstappen e la Red Bull si riprendono la leadership nelle rispettive classifiche, approfittando di una Ferrari che va ko con Leclerc ma velocissima fino al ritiro; segnali di ripresa da parte della Mercedes mentre fa discutere la nuova Aston Martin

23.05.2022 ( Aggiornata il 23.05.2022 11:46 )

L'altra metà del bicchiere

Scegliete voi se essere ottimisti o pessimisti. I primi, vedranno il bicchiere mezzo pieno. I secondi invece del bicchiere vedranno l'altra metà, quella vuota. L'analisi estrema di questi due punti di vista è che la Ferrari lascia Barcellona con elementi positivi e negativi, entrambi da tenere in conto nei bilanci di fine weekend. Sarebbe potuta essere una domenica trionfale, anziché una domenica amara piena zeppa di rimpianti. Fin lì, fino al 27° giro di gara, Charles Leclerc e la Ferrari erano stati impeccabili: il disastroso passo gara del venerdì era stato raddrizzato con un lungo lavoro tra il venerdì ed il sabato da parte di Maranello, dove si è approfondita tutta la mole di dati raccolta tra FP1 ed FP2 operando al simulatore per trovare la ricetta giusta e dare ai tecnici presenti in Catalogna le dritte giuste per far funzionare la F1-75 rinnovata. I motivi di quei long run con il passo del gambero possono essere molteplici: esigenza di sperimentare le novità fino in fondo con determinate regolazioni, una pista ancora sporca (più una pista si gomma, minore sarà il degrado), semplicemente assetti sbagliati per far funzionare i pneumatici con le temperature di Barcellona. La soluzione, alla fine, era stata trovata e Leclerc non avrebbe avuto rivali dopo i guai di Verstappen.

Una Rossa così accesa in Spagna non la si vedeva da un po': era dal 2008 che il Cavallino non faceva la pole al Montmelò e l'ultimo successo è datato 2013. Con le prestazioni del sabato e della domenica, forse c'è abbastanza per parlare di questa Ferrari come la migliore degli ultimi 15 anni: non va dimenticato infatti che la SF70H e la SF71H, le vetture del 2017 e del 2018, a Barcellona fecero sempre un po' di fatica contro la Mercedes, soprattutto la seconda. La F1-75, invece, stava marciando a meraviglia: in qualifica, oltre al manico sopraffino di Leclerc (indubbiamente un talento raro, sul giro secco), era uscita una supremazia che il Cavallino può augurarsi di avere anche altrove, su circuiti diversi, dal momento che in configurazione di qualifica il motore pare avere un passo inavvicinabile per tutti (che in qualche modo si sia trovato un “segreto” stile 2019?); e pure in gara le cose stavano andando benone, con una macchina che non accennava a dare il minimo segno di fatica con le gomme.

Se Verstappen avesse vissuto una domenica lineare, forse ci sarebbe stato un bel duello; ma di sicuro, una volta uscito di pista, per Max Charles era già finito fuori portata, e sarebbe tornato in lizza per la vittoria solo con una safety car o roba simile. Ma non è giusto parlare di sfortuna, le corse sono queste: non era sfortuna quella della Red Bull in Bahrain o in Australia, non è sfortuna quella in Spagna per la Ferrari, a maggior ragione se le power unit ferme risultano essere tre in tre giorni (Bottas venerdì, Leclerc e Zhou domenica); sono i rischi del motorsport. Ed è pure inutile stare troppo a fasciarsi la testa: mezzo pieno o mezzo vuoto che sia, basta berci su un bel bicchiere, buttare giù, deglutire e poi guardare oltre.

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