GP Spagna: i 5 temi del fine settimana

GP Spagna: i 5 temi del fine settimana© Getty Images

Verstappen e la Red Bull si riprendono la leadership nelle rispettive classifiche, approfittando di una Ferrari che va ko con Leclerc ma velocissima fino al ritiro; segnali di ripresa da parte della Mercedes mentre fa discutere la nuova Aston Martin

23.05.2022 ( Aggiornata il 23.05.2022 11:46 )

Un trono da difendere

Da Abu Dhabi sono passati poco più di cinque mesi, precisamente 161 giorni tra la prova negli Emirati e quella di ieri in Spagna. Da quella sera, Max Verstappen non era più stato leader del campionato. Ci ha messo sei gare per riprendersi quella prima posizione che vuole assolutamente difendere, quel primato che oggi detiene nonostante, sempre bene ricordarlo, abbia all'attivo un ritiro in più del rivale. Ma di più sono pure le vittorie, quattro contro due, e questo basta e avanza per raccontare di una Red Bull che ieri ha vinto in una domenica in cui sembrava esserci tutto per perdere. Attenzione a sottovalutarla, questa vittoria: sono questi i successi che poi, alla fine, fanno la differenza. L'elenco di intoppi del resto è lungo e variegato: problema al Drs nel giro decisivo della qualifica, una partenza non provata dai box (Max ha lasciato la pit-lane pochi secondi prima che chiudesse perché i meccanici si sono presi tutto il tempo possibile per le analisi), un'uscita nella ghiaia ed un'ala mobile che funzionava ad intermittenza in gara su una pista in cui sorpassare è sempre complicato.

Ecco, vincere con questa serie di imprevisti è roba pesante, è un jolly giocato perfettamente in una domenica che prometteva altro, e molto meno dal punto di vista dei risultati. Invece vittoria, doppietta e giro veloce (con Perez). Con il primo, vero strappo nella classifica Costruttori: adesso è +26 dopo essere stati a -44 dopo appena una gara. Fanno 70 punti tondi presi in cinque gare, mica poco. E non è colpa della Red Bull se Sainz continua a sprecare: evidentemente, oltre ad una pressione indubbiamente pesantissima, c'è anche un modo di far rendere il pilota numero due che in Red Bull, contrariamente che in Ferrari (ma non è per forza colpa o merito del team), funziona a meraviglia. Questo nonostante Sergio, nel dopo gara, non sprizzasse gioia da tutti i pori: comprensibile, se hai assaporato un successo che viste le magagne dell'altra macchina sarebbe stato lecito desiderare. Ma poi ha prevalso il buon senso: Perez avrebbe potuto provare a rendere la vita difficile a Max nonostante le gomme ben più usurate (Max si era fermato sette giri dopo), soprattutto se sulla macchina numero 1 il Drs avesse continuato a fare le bizze, ma a che pro? Avrebbe messo a rischio una doppietta a quel punto sicuro per gettarsi in un duello che lo vedeva comunque sfavorito non appena l'ala mobile si fosse aperta sull'altra vettura.

Spiegare l'esigenza di aver evitato un duello interno è sempre l'ultimo dei problemi per una squadra, ed è giusto che l'attenzione in casa Red Bull sia rivolta alla macchina: perché al di là della doppietta spagnola, qualcosa da rivedere sulla RB18 ancora c'è. Soprattutto con questa Ferrari che, al netto dell'affidabilità, promette battaglia lungo tutto il campionato. Non è sbagliato dire che all'orizzonte si intraveda un duello simile a quello del 2021, con un equilibrio precario ed una supremazia che può cambiare da una pista all'altra: ciò che conterà, alla fine, sarà difendere quel trono che Max Verstappen e la Red Bull con tanti meriti e tanta fatica sono riusciti a conquistare l'anno scorso.

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