Elkann e la doppia rivoluzione di Ferrari e Juve

Elkann e la doppia rivoluzione di Ferrari e Juve© Juventus FC via Getty Images

Nello spazio di 12 ore Juventus e Ferrari hanno formalizzato l'uscita di scena di tanti esponenti di spicco: segno che tra Torino e Maranello il presidente John Elkann ha voluto mettere mano in prima persona

29.11.2022 ( Aggiornata il 29.11.2022 12:14 )

L'asse Torino-Maranello è caldo, caldo come non lo è mai stato. Nello spazio di 12 ore, i diamanti sportivi del gruppo Exor hanno vissuto il primo passo delle rispettive ripartenze: un cambiamento annunciato ed in attesa della sola formalità in casa Ferrari, un fulmine a ciel sereno in casa Juventus. John Elkann, in queste ore, ha il suo bel da fare.

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Lo stesso DNA

Curioso che Maurizio Arrivabene e Mattia Binotto, litiganti nell'inverno di quattro anni fa a Maranello, si ritrovino collegati da un filo sottile che ha voluto, come uno scherzo del destino, far loro vivere una delle giornate più importanti della carriera e probabilmente della loro vita praticamente nella stessa notte. In comune, Maurizio e Mattia oggi hanno solo un passato alle spalle, quello alla Ferrari, e tra poco in comune non avranno nemmeno più il datore di lavoro, quel John Elkann che ha messo la mano in maniera forte e decisa sul timone di comando: Juventus e Ferrari in questo momento non sono due navi che affondano, ma imbarcazioni che avevano bisogno, evidentemente secondo il presidente, di una correzione di rotta.

Juventus e Ferrari in comune hanno una fiducia venuta meno da parte del presidente nei confronti dei piani alti delle due compagini. Di Mattia Binotto già si sapeva che il 2022, per lui, sarebbe stata una stagione importante, se non decisiva (come poi è stato) dopo i malumori trapelati da Maranello nello scorso inverno; il ricambio dirigenziale alla Continassa invece è stato improvviso e imprevedibile. Poco altro in comune, se non quello di essere due entità super vincenti figlie di un ambiente in cui vincere può essere il solo obiettivo. Questa volontà la si può declinare come si vuole: Giampiero Boniperti diceva che "vincere non è importante, è l'unica cosa che conta"; Enzo Ferrari invece amava ripetere che "il secondo è il primo dei perdenti". Sfumature differenti dello stesso concetto, un DNA di famiglia che evidentemente porta malumori quando i risultati non arrivano.

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Motivazioni ed esigenze differenti

I paralleli e le similitudini finiscono qui, anche perché il calcio non è la F1 e la F1 non è il calcio. La situazione stessa, tra Juventus e Ferrari, è diversa: a Torino è partita una vera e propria rivoluzione, almeno ai piani dirigenziali, mentre a Maranello per adesso Binotto è l'unico ad aver lasciato l'incarico. In casa bianconera i soli Federico Cherubini (direttore sportivo) e Massimiliano Allegri (allenatore) sono rimasti al loro posto, nella speranza che il tumulto dirigenziale non intacchi il lavoro sul campo, mentre i successori ai piani alti sono già stati tutti individuati. Per quanto riguarda il Cavallino Rampante, invece, siamo ancora in alto mare: Binotto resterà fino al 31 dicembre, e ancora non si sa chi prenderà il suo posto. Per adesso, in Ferrari si vuole evitare una rivoluzione (almeno così sembra), opzione che invece non era possibile avere a Torino.

Le decisioni sono poi dovute a motivazioni ben differenti. Sulla Juventus pendono inchieste relative a possibili plusvalenze fittizie e conti che non tornano alla voce bilanci, aspetto che ha intaccato anche il lavoro sul campo e soprattutto sul mercato con scelte che talvolta hanno dovuto tenere strettamente in considerazione i bilanci in negativo della società; in Ferrari invece i bilanci sono da sogno, ma a mancare, da troppo tempo, è il titolo iridato. Sport e finanza, si sa, sono da sempre temi caldi nella famiglia Agnelli, due voci che, anche se non sempre, vanno spesso a braccetto. Un po' come stanno facendo adesso Torino e Maranello, che si accompagnano, reggendosi l'un l'altro, verso un futuro nuovo e tutto da scrivere, vedremo se più lucente e meno ombroso. I fili, dall'alto, li tiene John Philip Jacob Elkann.

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