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Da Orvieto a Woking passando per Roma e Maranello: segreti, passioni e capacità dell'uomo che sale alla guida della McLaren dopo una carriera ricca di meriti e soddisfazioni
13 dic 2022 (Aggiornato alle 14:58)
Agli studenti, quando è andato ad incontrarli, ha sempre raccontato che la passione è alla base di tutto. Quella stessa passione che, da Orvieto, casa sua, lo ha portato direttamente in cima alla struttura di Woking. Riluttante per le cose che non ama fare, quando gli chiedevano cosa gli piaceva di più rispondeva "vincere", tradendo con lo spirito un'apparenza ben più mansueta. Si definisce pigro (ma non quando viene chiamato per una partitella di calcetto) ed a volte sin troppo rispettoso per chi non lo merita, sorride quando lo definiscono "gobbo" per la sua fede calcistica, quella juventina, e come metodo di relax gli basta una passeggiata con la famiglia. Si sarebbe buttato nel sociale se non avesse sfondato nell'ingegneria, e nella vita privata si augura di lasciare il mondo ai suoi figli, Edoardo e Federico, avuti con sua moglie Michela, migliore di come lo ha trovato lui. Oggi, a circa due mesi dal 52° compleanno, non può ancora dire di esserci riuscito, ma adesso il mirino si è spostato su una McLaren che con Andrea Stella, quello sì, dovrà ritrovarsi migliore alla fine del percorso fatto con lui. A Maranello, nel rapporto di lavoro che si era trasformato in un'amicizia, non si era mai lasciato convincere da Fernando Alonso che la cucina spagnola fosse migliore di quella italiana. Adesso sta a lui convincere gli altri, ma né con le parole né con un piatto tipico della nostra cucina: con i fatti. Quello che, del resto, ha sempre fatto.
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