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Singapore 2008, Piquet: "Pentito? Sì. Ero solo, Briatore un prepotente"

Il brasiliano è tornato sull'episodio che ha macchiato la sua carriera: si dice pentito di un gesto fatto quando si trovava ormai spalle al muro, con accuse pesanti a Briatore che all'epoca era suo team principal ma anche suo manager

Singapore 2008, Piquet: "Pentito? Sì. Ero solo, Briatore un prepotente"
© @piquetjr

14 apr 2023

Le recenti parole di Bernie Ecclestone sul GP Singapore 2008 hanno smosso nuovamente interesse attorno a quel campionato terminato con Lewis Hamilton vincitore con appena un punto di margine su Felipe Massa. Il brasiliano ex Ferrari ha ammesso di aver contattato degli avvocati per vedere quali vie legali siano percorribili, e nel frattempo sono arrivate le parole dell'altro brasiliano coinvolto nella faccenda, Nelson Piquet junior. Il figlio del tre volte campione del mondo, all'epoca alla Renault, andò a sbattere provocando l'uscita della safety car favorendo così il successo del suo compagno di squadra, Fernando Alonso.

Massa studia le prossime mosse

Flavio, un tiranno

Nel podcast Pelas Pistas Piquet junior ha chiarito la sua posizione: "Avevo un ordine di squadra per aiutare qualcun altro all'interno del nostro team, non per sfavorire Felipe Massa. Niente del genere. Però sì, è stato un errore. Mi trovavo in una posizione scomoda, sognavo di restare in F1 per tanti altri anni ancora, poi è arrivata la gara di Singapore e psicologicamente mi hanno messo all'angolo".

Piquet junior, come altri prima di lui, si trovava ad avere in Flavio Briatore sia il capo squadra che il proprio manager: "Nel mio viaggio in F1 non avevo pensato di farmi accompagnare da qualcuno, che fosse un avvocato o un manager, deve essere così. Mio padre nel mio primo anno (il 2008, ndr) non è venuto ad alcuna gara, io avevo solo Flavio che era il team principal ed il mio manager. Flavio era il manager anche di altri piloti, ero solo una figurina: gli altri erano Webber, Kovalainen, Alonso, Fisichella e Trulli. Briatore ha un modo di fare grottesco, lontano dalla tv è anche peggio. Io ero solo, lui mi ha destabilizzato, è difficile far capire tutto quello che ho passato".

Pentito? Sì

Oggi, a quasi 15 anni di distanza, il figlio d'arte ammette di essere pentito: "Tuttora  molto persone mi chiedono 'Lo rifaresti?', e la mia risposta ovviamente è 'No'. Ma a quell'età, sotto quella pressione, senza nessuno lì con te se non una persona così prepotente, che si lamenta sempre, che ti mette sempre sotto pressione e che di continuo ti avverte di essere all'ultima possibilità, è stato diverso. Inseguivo la vita ed avevo la sensazione che tutto stesse andando a rotoli, avrei dovuto fare più test, ed alla fine come Kovalainen ero un altro compagno di squadra non abbastanza forte per Alonso. Per tutti questi motivi ho fatto quell'errore".

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