Tutti a Imola per salvare il nostro GP!

Tutti a Imola per salvare il nostro GP!

Nel 2025 scade il contratto per il GP sullo storico tracciato italiano: per aiutare il tracciato, meglio se scegliete i biglietti del venerdì e del sabato

08.05.2023 10:05

Stavolta non ce la caviamo solo con le parole, con le idee giuste e con le posizioni sincere e appassionate, magari controcorrente. Ci vogliono i fatti, sennò non se ne esce.

Poche storie, dal 2025 scade il contratto che lega Imola e il Gp d’Emilia Romagna alla F.1. Per pensare di poter avere un futuro, non ci sono mari di petrolio cui attingere o ricchezze nazionali da stato arabo o stile Miami Beach. No, sulle colline del Santerno, a settant’anni dall’inizio di tutto, oggi come allora può esserci solo la passione, il cuore infinito per le corse e quella voglia di sentirsi parte d’un tutto pulsante capace di scrivere e irrorare pagine memorabili di storia del Motorsport e anche della F.1 iridata e non, dai tempi di Clark e della Lotus fino a quelli di Verstappen e della Red Bull.

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Imola, ora o mai più

Dai. Stavolta non si va soltanto a vedere un Gran Premio, ma acquistando i biglietti si vota, si fa una scelta di campo, ci si schiera: o di qua o di là. O dalla parte della passione che ha un futuro o niente. Perché se Imola, dopo aver riacquistato il Gran Premio causa supplenza obbligata per l’emergenza Covid-19, dovesse riperderlo, poi presumibilmente non lo riconquisterebbe mai più.

E la concorrenza è spietata, con la fila delle location pretendenti un posto al sole davanti agli uffici di Liberty Media, che, ovviamente, tra la prospettiva di guadagni faraonici per gettoni da sballo fatti pagare a Paesi ricchi ma sportivamente vergini e l’alternativa dei due soldarelli che Imola può mettere, non avrebbe tanti dubbi su chi scegliere. Ma Imola - e non solo Imola - ha, o meglio, potrebbe avere, un’arma in più. La gente. Il popolo. La collina della passione piena e con essa la Tosa e quant’altro. Come ai bei tempi di Gilles e Ayrton. Eccola, la sfida dei prossimi giorni. Smettete di pensare alla Ferrari e alla Red Bull, a Leclerc e a Verstappen, e concentratevi sulla nuda e cruda realtà: nel Gp dell’Emilia Romagna del 19/21 maggio i veri protagonisti sarete voi. Voi, sissignori, top fans attesi alla prodezza. Che non sarà un giro a tutta, ma, assai più verosimilmente, qualche clic sul computer o sul telefono per acquistare i biglietti e assistere a prove libere, qualifiche o gara. Perché stavolta la corsa non la si guarda e basta, ma la si deve vivere come un referendum di passione, di cuore, di partecipazione e di vita e amore per il mondo racing.

Non ho mai chiesto il voto a nessuno in vita mia, però adesso, qui e ora, lo faccio: andate a Imola. E fatelo la domenica, ma, in alternativa, ancora meglio, sarebbe recarcisi nei due giorni decisivi per dimostrare attaccamento alla pista e alla storia dell’evento, vale a dire il venerdì e il sabato.

Minardi: "A Imola il fascino di chi ha scritto la storia delle corse"

Mentre scrivo queste righe, parlo con Gian Carlo Minardi, che mi dà conforto con le cifre: «Per la domenica l’affluenza va bene, visto che siamo al 90% di presenze possibili. Dove si può fare ancora meglio, è appunto per il venerdì e per il sabato, considerando che al momento abbiamo rispettivamente il 64% e il 54% delle presenze. Quindi c’è ancora tempo per lavorarci e stimolare l’afflusso, in considerazione del fatto che il nuovo format delle qualifiche è un motivo di richiamo in più e gli stessi prezzi di venerdì e sabato sono assai convenienti per chi preferisce vedere dal vivo lo show, riservandosi di vivere la gara della domenica a casa, davanti alla Tv, perché più comoda e leggibile da seguire in questo modo. Però, quello che vorrei sottolineare anch’io, come tu stai facendo, è che quella di coinvolgere il pubblico, un pubblico meraviglioso, peraltro, è la nostra unica arma di potere contrattuale e di futura trattativa con Liberty Media. Quel pubblico che lo scorso anno restò sugli spalti sotto il diluvio per gustare la F.2, mostrando un attaccamento commovente al nostro mondo. Altri hanno oceani di dollari, location da sogno e potere economico.

Noi abbiamo il fascino e la dignità di chi ha scritto la storia e il presente delle corse nel mondo. Dobbiamo solo dimostrarlo, evitando il più possibile sovrabbondanza di parole e ancorandoci alla bella realtà dei fatti. Per questo io dico che nei prossimi giorni non c’è solo una campagna di vendita di biglietti da condurre in porto, ma anche una specie di mobilitazione di identità e di cultura del nostro sport, da parte degli appassionati tutti. E rimarco il fatto che quest’anno abbiamo ben trentamila posti disponibili in più. Per la domenica ci siamo, sono solo circa diecimila i biglietti ancora da piazzare, ma il trend è perfetto, mentre per gli altri due giorni bisogna ancora lavorarci».

Viva Imola e la passione vera

Più chiaro di così... Vedete, con Formula Imola il tracciato è sotto una bella gestione di gente pulita, onesta e competente. Il presidente Gian Carlo Minardi e il Direttore del Circuito Pietro Benvenuti sono due garanzie. Non disperdiamo questo patrimonio proprio ora. Un consiglio: non fate come nella Politica. Non astenetevi. Non andate al mare, nei giorni del Gran Premio. Ma, al contrario, inseguite il sentimento e tornate a Imola. A fiumi. Perché è così che si fa, se si crede in qualcosa di bello davvero. E, appunto, fatelo soprattutto il venerdì e il sabato, perché in questo momento, paradossalmente, il segnale è ancora più potente se spendete di meno e presenziate di più, che non viceversa.

Viva Imola, quindi, viva la passione vera, viva le corse che sono anche uno scrigno di amore per il Motorsport. Stavolta non siete solo spettatori, no: vi ritrovare dentro un abitacolo immaginario, con la possibilità di correre da protagonisti il Gran Premio che, come quello Monza, sentiamo intimamente nostro, grazie anche, sarà bene ricordarlo, agli sforzi dell’Aci.

Si tratta di salvarlo, preservarlo, fortificarlo e proteggerlo, acquistando dei biglietti che ormai valgono quanto schede elettorali di un plebiscito che, auspicabilmente, deve diventare un trionfo caldo e torrenziale di folla, bandiere ed entusiasmo.

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